Besozzi sul riordino delle Province: “con l’area vasta il Piemonte Nord orientale conta di più”

NOVARA – “Positiva l’accelerazione sul riordino delle Province votata martedì 27 ottobre dal Consiglio regionale del Piemonte. Da tempo chiedevamo un deciso passo in avanti verso la costituzione di un nuovo soggetto politico-amministrativo forte. Ora con la nascita dell’Area vasta che comprende Novara, Vercelli, Biella e Vco, il Piemonte nord orientale conta di più e potrà beneficiare di strategie amministrative più coordinate”.
NOVARA – “Positiva l’accelerazione sul riordino delle Province votata martedì 27 ottobre dal Consiglio regionale del Piemonte. Da tempo chiedevamo un deciso passo in avanti verso la costituzione di un nuovo soggetto politico-amministrativo forte. Ora con la nascita dell’Area vasta che comprende Novara, Vercelli, Biella e Vco, il Piemonte nord orientale conta di più e potrà beneficiare di strategie amministrative più coordinate”.
E’ il commento del presidente della Provincia di Novara, Matteo Besozzi, riguardo l’importante passaggio legislativo votato ieri.
“Come ha ricordato il presidente Chiamparino – prosegue Besozzi – il valore di questa legge è che offre certezze ai cittadini rispetto ai servizi e al personale e, contemporaneamente, consente al Piemonte di arrivare preparato al nuovo quadro istituzionale in via di definizione in Parlamento. Una riorganizzazione degli Enti locali era necessaria, ma bisogna proseguire con decisione ancora maggiore per contrastare la polverizzazione amministrativa dei Comuni, favorendo quantomeno la condivisione dei servizi, fino alle Unioni per i centri più piccoli. Stessa cosa per le Regioni. Questa è la direzione giusta, costituire soggetti sempre più forti e competitivi, con capacità di analisi e progettazione, oltre che con un peso politico-amministrativo sempre più rilevante. Questo è il nostro ruolo politico, per dare al paese una macchina adeguata per affrontare la ripresa”.
“L’Area vasta di cui Novara fa parte, con 850mila abitanti, è la seconda del Piemonte dopo la Città metropolitana di Torino – prosegue Besozzi – le altre aree hanno rispettivamente 650mila abitanti Asti+Alessandria e 590mila abitanti Cuneo a fronte di un’estensione territoriale simile. Le premesse perché il Piemonte nord orientale possa contare di più ci sono tutte, ora sta agli amministratori superare divisioni di bandiera: su alcuni ambiti come le Atc, i Parchi, le Atl, l’Agenzia per la mobilità il processo è già avviato, anche se siamo in una fase in cui forse si vedono più le mancanze rispetto ai benefici”.
“Leggendo alcuni articoli di questi giorni sui giornali locali – sostiene Besozzi – appare uno scenario distorto, con molte imprecisioni sia sulle funzioni sia sul futuro dei dipendenti, imprecisioni che alimentano incertezze nel personale, che giustamente segue con apprensione questa fase di cambiamento”. Da qui le precisazioni del presidente. “Per la Provincia di Novara non risultano esuberi – precisa – il dato indicato da Catoggio della Funzione pubblica della Cgil di 150 dipendenti riassorbiti dalla Regione e 50 che resteranno in capo alla Provincia per le funzioni fondamentali non risulta in alcun modo verificato, né dalle riunioni finora effettuate, né in base a possibili simulazioni che partano dalla pianta organica esistente (le sole funzioni fondamentali di Viabilità ed Edilizia ad oggi impiegano da sole ben più di 50 persone)”.
Lo scenario che appare più probabile è che i dipendenti continuino a svolgere nelle attuali sedi il proprio lavoro, in parte “sotto” la Provincia come avviene ora per le attività di viabilità, edilizia scolastica, istruzione, e gran parte dell’ambiente, in parte riassegnati dalla Regione. “Inoltre è opportuno specificare il numero dei dipendenti attualmente in servizio: al primo di ottobre 2015 erano 214; in un anno tra pensionamenti ordinari, prepensionamenti e qualche mobilità l’organico è sceso di circa 30 unità. Occorre inoltre ribadire che per svolgere tutte le sue funzioni attuali la Provincia di Novara necessiterebbe di una pianta organica di almeno 349 dipendenti. In tutte le sedi di confronto – conclude Besozzi – è stato ribadito con forza che per svolgere al meglio le funzioni assegnate è necessario disporre di risorse economiche ed umane adeguate”.
mo.c.