E’ forte la presa di posizione del Partito Democratico contro il nuovo DPCM sulla classificazione dei Comuni montani, che secondo i dem penalizza duramente i territori più fragili e in particolare il Verbano Cusio Ossola.
Comuni montani esclusi dal nuovo DPCM
Nel VCO la nuova classificazione include 67 comuni, ma ne esclude sette: Arizzano, Baveno, Belgirate, Cambiasca, Ghiffa, Verbania e Vignone. Una decisione che, secondo il PD, rappresenta una scelta politica ben precisa, mascherata da criteri tecnici.
A intervenire è Riccardo Brezza (nella foto), segretario provinciale del PD del VCO:
“Dietro la retorica dei criteri oggettivi si consuma una scelta miope e divisiva. Ridurre la platea dei comuni montani significa scaricare il costo sociale sui territori più fragili”.
Brezza chiarisce che Verbania e Belgirate non erano formalmente comuni montani nemmeno prima del decreto, ma sottolinea come sia “ancora più grave” l’esclusione di Arizzano, Baveno, Cambiasca, Ghiffa e Vignone, già riconosciuti come montani dalla Regione Piemonte.
Una decisione che, secondo il PD, “spezza artificialmente una provincia che condivide le stesse criticità strutturali: carenza di servizi, difficoltà nei collegamenti, spopolamento e presidi sanitari e scolastici sotto pressione”.
Nel mirino anche le dichiarazioni del Ministro Calderoli, che in Parlamento ha parlato di presunti “vantaggi impropri”:
“Un linguaggio offensivo e irresponsabile – accusa Brezza – che umilia amministratori e cittadini. Qui non ci sono privilegi, ma comunità che resistono con risorse sempre più scarse”.
Secondo il PD, il DPCM rischia inoltre di compromettere meccanismi fondamentali per il territorio, come la redistribuzione dei canoni idrici all’Ente Provincia, mettendo in discussione la stessa concezione di “specificità montana” costruita negli anni.
Da qui l’appello alla Regione Piemonte e in particolare al sottosegretario Alberto Preioni, chiamato ad attivarsi immediatamente a tutela del VCO. Tra le richieste avanzate:
revisione della classificazione,
introduzione di criteri socio-economici integrativi,
clausole di salvaguardia per province interamente montane come il VCO.
L’intervento di Rossi
Sulla stessa linea anche il segretario regionale del PD Piemonte, Domenico Rossi, che parla di “mannaia silenziosa” pronta ad abbattersi sulla Regione.
“Il nuovo DPCM non è un atto tecnico ma una scelta politica che cancella storia e geografia del Piemonte. Il presidente Cirio dica da che parte sta: con i sindaci o con i tagli del Governo”.
Rossi evidenzia come gli effetti del decreto colpiscano duramente anche Asti, Alessandria e Cuneo, dove centinaia di comuni rischiano di perdere l’accesso a risorse fondamentali per la difesa del suolo, la gestione forestale e i servizi scolastici.
“Non ci sono profittatori – conclude Rossi – ma comunità che tengono in piedi territori difficili. La montagna non è un costo da tagliare: è la spina dorsale del Piemonte”.