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Gattico Veruno: la torre medievale torna a vivere

Si tratta di un luogo ricco di storia e che intende aprirsi alla comunità

Gattico Veruno: la torre medievale torna a vivere

Un tesoro storico del paese torna a vivere. Lo si deve all’impegno, alla pazienza e alla tenacia della coppia formata da Claudia Frascoia e Alessandro Caprioli. Nella loro abitazione di via Dante 44, nel centro storico del rione Manubrio a Gattico hanno fatto realizzare il restauro della torre medievale.

I dettagli

Nei giorni scorsi hanno invitato la cittadinanza a un momento di condivisione con la presenza dei tecnici grazie ai quali il lavoro è stato effettuato. Si tratta di un luogo ricco di storia e che intende aprirsi alla comunità: «Abbiamo comprato questa casa nel 2007 – ha detto Frascoia – ci siamo lanciati in un percorso complicato fatto di attese e di spese importanti, affidandoci ai professionisti. Insieme a noi hanno lavorato a quello che nelle carte era definito “Il castello di Gattico”. Si valuterà in futuro la modalità con cui far conoscere tutta questa bellezza alle persone».

I due coniugi hanno ricevuto un contributo economico statale tramite la Soprintendenza. Alla giornata ha partecipato anche il primo cittadino Federico Casaccio. Giorgio Ingaramo, progettista e uno dei direttori dei lavori, ha ripercorso la storia dell’edificio, soffermandosi sul Medioevo, periodo in cui avvenne l’edificazione. «La famiglia Da Gattico realizzò la struttura – ha spiegato – l’edificio nacque nel Duecento, si capisce dall’analisi delle murature. Aveva una destinazione agricola sullo stile della “cascina fortificata”, non era una residenza signorile. Al Quattrocento risalgono le modifiche varie con la costruzione della torre colombaia, lo scopo era l’allevamento di colombi e rondoni per alimentarsi. Dietro vi sono orti a cui si accedeva tramite un varco, un portale.

Nel tempo si aprirono finestre e anche un nuovo androne di ingresso. Nell’Ottocento l’ultima erede dei Da Gattico cedette la casa ai marchesi Leonardi, che negli anni ’50 del secolo scorso la vendettero. Gli attuali proprietari hanno promosso un ottimo restauro conservativo. Negli anni ’90 emersero tracce di affreschi e molte ricche decorazioni architettoniche e figurative, oltre ad alcuni stemmi nobiliari». Sono intervenute anche Emanuela Ozino Caligaris della Soprintendenza Beni artistici di Novara e Maria Chiara Ceriotti, direttore tecnico del Consorzio Arkè. Benedetta Brison sempre della Soprintendenza di Novara ha illustrato nel dettaglio il contenuto degli affreschi e gli elementi di pregio della torre.