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Casa vacanze a Cesenatico: petizione al Prefetto

270 le firme apposte sul documento

Casa vacanze a Cesenatico: petizione al Prefetto

Non intendono cedere. Chiusa la stagione estiva, che anche quest’anno li ha visti ritrovarsi in un luogo di vacanza che ormai per tutti loro è “casa”, gli utenti della Casa vacanze di Cesenatico continuano la loro “battaglia” perché (ormai deciso lo scioglimento del Consorzio tra Comuni), la struttura possa mantenere la sua destinazione “sociale”. E’ stata inviata nei giorni scorsi, a mezzo raccomandata, una petizione al prefetto, sottoscritta da 270 firmatari.

La petizione

“Illustrissimo Signor prefetto Le scriviamo in qualità di cittadini e utenti della struttura “Consorzio Casa vacanze di Cesenatico” al fine di sottoporre alla sua cortese attenzione una questione di grande rilevanza per noi utenti del complesso residenziale. E’ a conoscenza di molti la proposta di chiusura e successiva vendita della struttura. Tale decisione se attuata comporterebbe, come già riportato sul Corriere di Novara, gravissime conseguenze sociali per gli anziani e cittadini non ricchi, cioè quelle persone fragili con risorse economiche limitate che non gli permettono di avere un cuscinetto finanziario significativo e con spesa sempre pianificata per arrivare a fine mese.

Un piccolo imprevisto può diventare un serio problema, tutte queste persone e altre di varia natura hanno il sacrosanto diritto di trascorrere un periodo di riposo per rinfrancare il corpo e lo spirito. La struttura di Cesenatico nel corso di tanti anni l’ha permesso, instaurando anche un percorso di familiarità che ha dato un senso di equilibrio, sicurezza con esperienze profondamente umane che ha modellato le nostre relazioni. Essa ci ha dato sicurezza con il comfort della ripetizione annuale incontrando le stesse persone con le quali abbiamo costruito un legame solido, con la formazione di gruppi e di comunità questa aggregazione ha permesso anche il miglioramento dell’individuo verso gli altri”.

Ora il Consorzio è finito, “ma la struttura sicuramente no! – ribadiscono i firmatari della petizione – Riteniamo che la questione richieda un’analisi approfondita e una seria discussione”. Per questo, gli utenti chiedono al prefetto di “intercedere con i Comuni consortili”: “A nostro modestissimo parere – spiegano – bisognerebbe riuscire a confrontarsi per accertare e comprendere le ragioni dell’assenza alle riunioni indette, il mancato interesse o disaccordo con le politiche del Consorzio: capirle può aiutare a trovare la soluzione migliore e coinvolgerli maggiormente”. Secondo i firmatari, la presenza del prefetto ad una prossima riunione dei Comuni, “con il suo eventuale ruolo di coordinatore”, risulterebbe fondamentale “per avviare un confronto costruttivo e valutare soluzioni alternative che evitino la vendita della struttura.

Ci sono diverse ragioni valide per cui una struttura pubblica non dovrebbe essere ceduta a privati specialmente se essa è stata al servizio dei cittadini, e quando questo servizio negli anni risulta essenziale, renderlo privato è sbagliato poiché l’unico obiettivo per il privato è il profitto, per cui le tariffe e i costi per l’accesso ai servizi salirebbero sicuramente rendendo la struttura inaccessibile alla fascia più debole della popolazione”: “L’accesso diventerebbe un privilegio per chi può permetterselo creando un divario tra ricchi e poveri. La casa vacanze deve considerarsi patrimonio collettivo finanziato con le tasse dei cittadini, e il ricavato della eventuale vendita non sarà a lungo termine vantaggiosa in quanto il servizio offerto supera sicuramente il ricavato della vendita. Il privato imporrà prezzo e condizioni senza controllo e potrebbe aprire la porta a speculazioni edilizie che alterano il tessuto urbano, e non sono interesse per la comunità”.

I firmatari della petizione si dicono “convinti che attraverso il dialogo con i Comuni presenti si possano trovare le giuste strade che salvaguardino un bene cosi prezioso per la comunità, ad esempio la nascita di un nuovo Consorzio aggiornato nelle regole statutarie o la nascita di una nuova entità con una propria gestione o affidata al vecchio gestore con regole che salvaguardino la qualità dei servizi e del cibo erogato. Speriamo vivamente che Sua Eccellenza riconosca l’importanza della struttura per la comunità e adotti tutte le misure necessarie per evitare la sua cessione”.

Come detto, sono 270 le firme in calce alla petizione, ma secondo i firmatari sarebbero potute essere ben di più… “La raccolta – spiegano – è stata effettuata solo all’interno della struttura e molti, per varie ragioni, vergogna o timore di esporre la propria condizione economica o nel tentativo di non etichettarsi come bisognosi e temendo che un gesto del genere potesse rendere pubblica la loro situazione di difficoltà, hanno preferito non firmare”.