Cordoglio

Dormelletto e l’Aronese in lutto per l’infermiera della Rianimazione

La donna aveva 56 anni, ha ottenuto di donare le cornee dopo la morte

Dormelletto e l’Aronese in lutto per l’infermiera della Rianimazione

Dormelletto, Borgomanero e tutto l’Aronese sono in lutto per la scomparsa di Simona Caligara, l’infermiera 56enne della Rianimazione di Borgomanero ha voluto aiutare gli altri fino all’ultimo.

Lutto per Simona Caligara

La sua vita intera è stata dedicata ad aiutare gli altri e gli ultimi istanti della sua esistenza non hanno certo fatto eccezione. Simona Caligara se n’è andata così, ad appena 56 anni, nel suo letto all’interno dell’hospice di Arona, sapendo che anche dopo la morte avrebbe potuto fare del bene a qualcuno. “Mia sorella, che ha dedicato la sua vita al servizio degli altri come infermiera presso l’ospedale di Borgomanero – scrive il fratello Diego – ha espresso la volontà di donare i suoi organi dopo la sua scomparsa. Nonostante l’hospice di Arona non avesse un processo attivo per la donazione di organi con l’ospedale di Borgomanero, Simona ha voluto impegnarsi affinché questo potesse accadere. Grazie al supporto di tutti i professionisti coinvolti, siamo riusciti ad avviare questo percorso, e così è stato possibile effettuare il primo prelievo di cornee presso l’ospedale di Borgomanero. Vorrei esprimere la mia gratitudine a tutti coloro che hanno reso possibile questo gesto di generosità e altruismo. È bello sapere che la strada spianata da Simona potrà aiutare in futuro tutte le persone che vorranno donare i propri organi per salvare nuove vite”.

Una lunga esperienza come infermiera in Rianimazione

La donna era molto conosciuta nella zona, soprattutto per la lunga esperienza come infermiera nel reparto di Rianimazione dell’ospedale Santissima Trinità, la struttura sanitaria a cui aveva dedicato 34 anni della sua carriera lavorativa. Abitava a Dormelletto, nella casa ereditata dai genitori, a cui era estremamente legata. “Nel 1974 abbiamo dovuto affrontare il lutto per la scomparsa di nostro padre – dice il fratello Diego – poi, dieci anni fa, se n’è andata anche nostra madre. Il mio legame con Simona è diventato ancora più forte, era tutta la mia famiglia. Per motivi di lavoro ho dovuto trasferirmi in Lombardia e lei ha continuato a vivere nelle casa dei nostri genitori. Teneva quella casa in uno stato eccezionale: curava frequentemente il prato e si impegnava davvero a fondo per non lasciare nulla fuori posto. Le dicevo spesso che forse quella casa era troppo grande per lei soltanto, ma non mi ha mai voluto dare ascolto: per lei era importante prendersene cura”. In questo momento a regnare tra i colleghi dell’ospedale e il personale dell’Asl è lo sconforto. I medici e gli operatori con maggiore anzianità si ricordano con affetto dei primi anni della sua carriera: era il 1991 quando indossò per la prima volta il camice nelle stanze della Rianimazione di Borgomanero.

Il ricordo del fratello Diego

“Simona era una persona solare – continua il fratello – era sempre positiva e ottimista. Non si è abbattuta nemmeno quando, la scorsa Vigilia di Natale, abbiamo scoperto i suoi problemi di salute. Tutto è iniziato con dei semplici controlli all’orecchio destro. La sua lunga esperienza in un ambiente lavorativo delicato come la Rianimazione le ha permesso subito di capire come stavano le cose. Ma lei non si è abbattuta e ha pianificato ogni cosa, anche l’avvio di un iter per la donazione d’organi. Non ha lasciato nulla al caso: mi ha anche chiesto di andare ad acquistare 35 ciondoli della sua marca preferita, uno diverso dall’altro, per donarli ai colleghi e alle persone più care”.

Una grande passione per gli animali

Caligara aveva anche una grande passione per gli animali. “Ricordo ancora quando venne da noi per adottare i suoi primi cagnolini – dice l’ex direttore del canile sanitario di Borgo Ticino, Massimiliano Ferrario – in quel periodo avevamo in gestione in canile 35 maltesini che venivano da una serie di maltrattamenti piuttosto evidenti. Simona decise prima di adottare due dei cagnolini in questione, e poi – dopo qualche tempo – ci permise di regalare una nuova vita anche all’ultimo cucciolo, che a causa del suo carattere per niente facile faticava a trovare una sistemazione in adozione. Si è occupata dei suoi cagnolini fino all’ultimo con grande pazienza e dedizione. So che adesso quei tre cagnolini hanno già trovato un’altra sistemazione in affidamento a una famiglia che li amerà, come lei avrebbe voluto. Al di là di questa vicenda comunque, Simona è stata una presenza costante per me e la mia famiglia, anche nei momenti di difficoltà. La notizia della sua malattia è stata davvero una doccia fredda per tutti noi”.