Negli ultimi giorni sono state messe a segno a Verbania e provincia alcune truffe ai danni di persone anziane e non, nonché diversi tentativi di truffa che, invece, non sono andati a buon fine grazie anche alla prontezza delle vittime prescelte dai truffatori.
I dettagli
La Questura di Verbania, alla luce degli ultimi episodi che hanno richiesto recentemente il ripetuto intervento della Polizia di Stato a Verbania, Omegna e Domodossola allertati dalle vittime delle truffe, intende informare la popolazione su una nuova tecnica truffaldina molto raffinata e insidiosa, un misto tra la truffa digitale e telefonica, che, peraltro, sta già dilagando in tutta Italia, e che si sta affiancando a quella già nota, ovvero quella del falso carabiniere, poliziotto o avvocato al telefono che richiede alla vittima somme di denaro per le spese sanitarie, a seguito di incidente stradale, o perché un proprio parente è stato tratto in arresto dalle Forze di Polizia, preannunciando l’arrivo di un incaricato, anch’esso complice del truffatore telefonista, delegato a ritirare direttamente dalla vittima le somme di denaro o i gioielli custoditi in casa per poter far fronte alle prime spese sanitarie o addirittura come cauzione da depositare in Tribunale per la provvisoria messa in libertà dell’arrestato.
Negli ultimi giorni diverse persone sono state contattate da finti comandanti di Stazione o da operatori della Polizia Postale, utilizzatori di numeri fissi clonati di uffici o comandi della Polizia di Stato o dei Carabinieri, i quali, dopo aver spaventato le proprie vittime con un tono autorevole ed un linguaggio preciso ed elegante, adducendo sospette operazioni sul conto a loro intestato da parte di addetti delle Poste Italiane o di Istituti bancari e il rischio imminente danno patrimoniale, hanno indotto i malcapitati, per mettere in sicurezza i propri risparmi, a trasferire in tutta fretta su altri conti correnti sicuri, mediante bonifici istantanei od ordinari, le somme presenti sul proprio conto corrente, anziché essere messe al sicuro, venivano dirottate nelle tasche dei truffatori.
Nel tardi pomeriggio di qualche giorno fa si è consumata un’ennesima articolata truffa ai danni di una cittadina del VCO che ha prima ricevuto un sms ingannevole dal sedicente “SERVIZIO ANTIFRODE POSTE INFO” con cui veniva avvertita dell’imminente pericolo per il suo conto corrente invitandolo a salvaguardia del suo patrimonio a cliccare su un link e a seguire alcune procedure che la mettevano in collegamento, poi, con un sedicente funzionario della Polizia Postale che la rassicurava del fatto che per mettere in sicurezza i suoi risparmi doveva operare in via d’urgenza un bonifico. La malcapitata, al termine della prima telefonata, è stata contattata telefonicamente anche da un numero fisso apparentemente intestato ad un Comando provinciale dei Carabinieri di fuori provincia, nella persona di un maresciallo che la informava di un’indagine in corso per prevenire la commissione di presunte frodi commesse da infedeli operatori in servizio presso alcune filiali di Poste italiane S.P.A. La vittima presa dal panico prima e confortata poi dalla verifica su internet della presunta genuinità dei numeri di telefono che la stavano chiamando, svuotava i suoi conti, tratta in inganno dagli abili truffatori che la tenevano continuamente impegnata al telefono per oltre quattro ore con l’obiettivo, di impedire alla stessa di poter essere, nel frattempo, contattata dai propri familiari e conoscenti. La vittima procedeva, dopo essersi recata in due filiali delle Poste Italiane e in una di un Istituto di credito della provincia, in due momenti diversi a versare su altri conti indicati dai malviventi quasi 30.000 euro tra bonifici e due ricariche postpay.
Solo il successivo intervento nel corso della serata degli agenti della Polizia di Stato di Verbania, allarmati da un congiunto che non riusciva a mettersi in contatto telefonicamente con la vittima, poiché la linea del telefono del cellulare risultava essere continuamente occupata, e assunte le successive dichiarazioni della vittima, peraltro ancora in stato confusionale, in quanto resasi conto di essere stata appena oggetto di truffa da abili malviventi, rintracciata grazie alla geolocalizzazione della sua posizione fatta dalla Polizia, consentiva di recuperare gran parte della somma oggetto di truffa.
Il recupero di buona parte di quanto sottratto con inganno, pari a 21.000 euro circa è stato possibile grazie all’attivazione da parte della Polizia, in via d’urgenza, speciali procedure, a tutela della vittima, in sinergica collaborazione con gli uffici centrali antifrode della Poste Italiane e dell’Istituto di credito interessato nella vicenda che si sono attivati all’indomani, all’apertura degli sportelli, per congelare le somme trasferite con bonifico e con le ricariche postpay dalla malcapitata. Solo una parte dell’intero ammontare non è stato recuperato poiché i malviventi già nella serata dello stesso giorno avevano proceduto ad appropriarsi da alcuni bancoposta ubicati fuori regione delle somme bonificate con le ricariche postpay. Sono in corso accertamenti da parte della Squadra Mobile della Questura di Verbania per risalire ai truffatori residenti fuori regione e dei reali intestatari dei conti correnti.
Questa tecnica non nuova in provincia ma che sta prendendo sempre più piede sostituendo in parte quella tradizionale del complice che viene a prelevare le somme e gioielli custoditi in casa da truffato si chiama Spoofing, dal termine “spoof “ che in lingua inglese significa “parodia”, è questo tipo di truffa che sfrutta l’affidabilità e autorevolezza di istituzioni pubbliche per instaurare un contatto che può sembrare ufficiale e autentico, ponendo le ignare vittime in una posizione di automatica soggezione.
I truffatori, infatti, attraverso applicativi facilmente reperibili su internet e spesso gratuiti, riescono a mascherare il numero con cui chiamano il malcapitato di turno non solo sul telefono di casa ma anche sul cellullare, come nel caso appena descritto, facendone apparire un altro, da loro accuratamente scelto, così che la vittima, che vede sul display il numero ufficiale di Poste Italiane o della Questura o di comando dei Carabinieri, si approccia con fiducia e spirito di collaborazione pensando di essere stata contattata da un ente istituzionale.
Una volta al telefono, il truffatore si finge un membro delle forze dell’ordine o di altro ente e inizia a fare domande o a formulare richieste specifiche, sempre più accurate e con un fine logico aderente all’obbiettivo criminale fino a richiedere informazioni bancarie o la disponibilità a trasferire somme di denaro, tutto sotto la falsa premessa di un’azione di sicurezza o di polizia.
La Questura di Verbania ribadisce all’utenza alcuni semplici ma importanti consigli per evitare di essere oggetto di truffe sempre più sofisticate e articolate e di come prevenire lo “Spoofing”.
Alcune indicazioni su come prevenire lo Spoofing
1) Non fornire mai dati sensibili al telefono: gli operatori ufficiali non chiedono mai informazioni personali come numeri di conto bancario, PIN o altre informazioni riservate tramite telefono;
2) Richiedere sempre conferma: se sorge il sospetto che la chiamata provenga da un Poliziotto o altro ente ufficiale, si interrompa la telefonata e si richiami il numero d’interesse, senza ripetere l’ultima chiamata ma digitando singolarmente ogni tasto, visitando il sito ufficiale per non essere reindirizzati al numero dei truffatori;
3) Non effettuare bonifici o trasferimenti immediati: le truffe spesso richiedono pagamenti urgenti, quindi ricariche di postepay, money trasfer, paypal o bonifici istantanei; questo tipo di richieste, in qualsiasi modo vengano giustificate dal richiedente, devono far pensare che potrebbe trattarsi di una truffa.
Se si sospetta di essere stati vittima di una truffa telefonica, è fondamentale agire rapidamente. Ecco i passi da seguire:
-Interrompere la chiamata e confrontarsi con qualcuno di fidato
-Provare a chiamare l’ente e chiedere conto della precedente telefonata
-Contattare il 112 segnalando il fatto, ovvero recarsi fisicamente presso i vicini locali di polizia
-Proteggere le informazioni bancarie contattando immediatamente il proprio istituto di credito per bloccare le transazioni fraudolente.
È fondamentale che i cittadini siano sempre vigili e consapevoli dei rischi associati a questi raggiri. La collaborazione con le forze dell’ordine e l’informazione continua sono gli strumenti più efficaci per prevenire e contrastare questo tipo di crimine.