E’ nata ad Ala (Trento), dove ha vissuto i primi quattro anni, poi la famiglia si è trasferita ad Arona, poi a Domodossola e in seguito da sposata è venuta a vivere a Vaprio. Il giorno del compleanno il sindaco Silvano Mellone si è recato a farle gli auguri. «Sembra che per lei il tempo non sia passato – ha detto – è vispa e molto lucida, come sempre!».
I dettagli
Ma qual è il segreto per diventare centenari? «Io leggo di tutto – dice la festeggiata – libri, giornali… Credo sia importante tenere la mente esercitata, il resto poi viene di conseguenza. Non esistono diete miracolose, mangio di tutto senza esagerare».
Ha vissuto un secolo della storia del nostro Paese, dalla monarchia alla repubblica, gli anni del periodo bellico e tutti i cambiamenti determinati dal progresso, che ricorda molto bene. E’ stata Ausiliaria Scelta: si arruolò nel Servizio Ausiliario Femminile (SAF) nel 1944, durante questo periodo fu impiegata come Crocerossina. «Assistere e curare le persone era una mia vocazione – spiega la centenaria, che conserva medaglie e benemerenze per il suo servizio – fin da bambina mi piaceva curare le bambole. Appena a Novara uscì un bando di concorso per crocerossine mi presentai».
E’ in grado di raccontare molti fatti di quel triste periodo, ma ne ricorda uno particolarmente doloroso e toccante relativo alla “Strage di Gorla” del 20 ottobre 1944. Lei era ospite dalle Suore Giuseppine e prestava servizio all’ospedale di Novara, ma quel giorno fu inviata a Milano per delle commissioni, quando a causa di un errore, gli aerei alleati bombardarono il quartiere milanese Gorla. In particolare la scuola elementare Crispi, dove morirono 184 bambini con alcuni insegnanti. Vista la sua divisa, fu subito invitata a prestare soccorso: «Fu una scena straziante e indimenticabile, vedere quei corpicini dilaniati, cercare di ricomporli, e le urla disperate delle madri».
Vicenda ancor più dolorosa la morte del padre Francesco. «Il 4 luglio 1944, mentre tornava da Novara dove venne a trovarmi – spiega la donna – mio padre fu prelevato a Crusinallo dai partigiani a bordo di un treno della linea Novara-Domodossola. E nonostante le numerose ricerche che furono fatte negli anni, di lui non se ne seppe più nulla».