Il caso

Galliate, bufera politica per il “post del caprone”

La minoranza chiede le dimissioni del consigliere Paolo Gatti, lui replica: “Interpretazione malevola, nessuna volontà di offendere"

Galliate, bufera politica per il “post del caprone”

Un post social ha acceso una vera e propria bagarre politica a Galliate.

Galliate, bufera politica per il “post del caprone”

Tutto è iniziato con la pubblicazione sulla pagina “Galliate futura” da parte di Paolo Gatti, consigliere comunale di maggioranza, di un’immagine di un caprone, accompagnata da un post intitolato “Centro di conferimento via del Piaggio”. Nel testo, Gatti definiva ingiustificate le lamentele riguardo al cambiamento della tessera da utilizzare per l’accesso all’area ecologica: dalla vecchia card alla tessera sanitaria.

Una scelta comunicativa che ha fatto discutere. Secondo la minoranza consiliare di centrodestra, si tratterebbe di un gesto offensivo nei confronti dei cittadini che hanno espresso perplessità sul nuovo sistema. Con un duro comunicato intitolato “La politica del caprone a Galliate”, i consiglieri di opposizione hanno chiesto le dimissioni immediate di Gatti:

“Il suo post non è un semplice scivolone, ma un atto di arroganza politica senza precedenti. Associando i cittadini a un caprone, ha mancato loro di rispetto e infangato il confronto democratico. La nostra voce non può essere ridotta a un belato”, scrive la minoranza.

Alle accuse, Gatti ha risposto con un lungo chiarimento:

“Tanto rumore per nulla: la foto del caprone voleva essere un’immagine evocativa del rumore, legata a quello che considero un eccesso di lamentele su un cambiamento di modesta entità. Non era mia intenzione offendere nessuno. Se davvero avessi voluto insultare, avrei pubblicato la foto di un intero gregge. Mi scuso con chi si è sentito offeso, ma il mio post è stato travisato strumentalmente dall’opposizione”.

Il consigliere ha inoltre annunciato di aver sostituito l’immagine per evitare nuove polemiche, respingendo però la richiesta di dimissioni:

“La libertà di espressione non può essere limitata dalla gogna social. La responsabilità del post è mia e non dell’intera maggioranza. Rimando al mittente ogni richiesta sproporzionata”.

La vicenda ha intanto infiammato il dibattito politico galliatese, portando la discussione dal tema dei servizi di raccolta rifiuti al confronto – sempre più acceso – sullo stile della comunicazione politica.