Fine di un’epoca: chiude il Consorzio Case vacanze dei Comuni novaresi dopo 73 anni
Dal 1952 ha garantito soggiorni a minori, anziani e disabili in strutture a Druogno e Cesenatico

Chiude i battenti dopo oltre settant’anni di storia il Consorzio Case vacanze dei Comuni novaresi, nato nel 1952 per iniziativa dei 162 Comuni dell’allora provincia di Novara, e che nel tempo ha incluso anche quelli dell’attuale Vco. La scadenza formale dell’ente è fissata al 31 dicembre 2025, ma già oggi si può parlare di una conclusione definitiva.
Chiude il Consorzio Case vacanze dei Comuni novaresi
«La scadenza naturale – spiega il sindaco di Novara Alessandro Canelli, presidente del Consorzio in quanto rappresentante del Comune con il maggior numero di quote – è fissata al 31 dicembre. E poiché anche l’ultima assemblea, tenutasi la scorsa settimana, non ha raggiunto il quorum necessario per approvare le modifiche statutarie, in assenza di decisioni da parte dei Comuni il Consorzio si estingue».
Costituito con l’obiettivo di organizzare soggiorni-vacanza per minori, anziani e persone con disabilità, il Consorzio ha gestito due strutture: la Colonia Alpina di Druogno, acquisita all’origine, e quella di Cesenatico, aggiunta nel 1963.
Nel 1995 lo statuto era stato modificato per adeguarsi al nuovo ordinamento delle autonomie locali, fissando una durata di trent’anni rinnovabili, ma solo tramite proroga richiesta sei mesi prima della scadenza. Termine che, di fatto, è già trascorso.
Verso la liquidazione dei beni
Il passo successivo sarà ora la gestione commissariale: «Si dovrà provvedere alla liquidazione dei beni – conferma Canelli – con la vendita dei due immobili e la verifica della situazione finanziaria. Verranno saldati eventuali debiti e, se presenti, gli utili saranno distribuiti ai Comuni consorziati. Ci sarà anche da chiudere i contenziosi ancora aperti con il Comune di Druogno».
A determinare la fine del Consorzio, oltre al vincolo statutario, anche una situazione pratica ormai poco sostenibile: la struttura di Cesenatico da tempo è stata data in gestione esterna a una società che versa un canone, mentre quella di Druogno è chiusa da anni per via dei troppi lavori necessari alla riapertura. Entrambe saranno ora messe in vendita.
Una fine inevitabile, secondo Canelli: «È una strada obbligata».