Iniziativa

I protagonisti del nostro "Pallone d'oro": Andrea Minniti del Dormelletto Comignago

Una lunga carriera e ben 158 reti, racconta: «Ho un po’ timore a smettere, il brivido che ti dona un gol è difficilmente replicabile»

I protagonisti del nostro "Pallone d'oro": Andrea Minniti del Dormelletto Comignago
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Mentre i protagonisti della nostra iniziativa dedicata al calcio dilettantistico e giovanile dei club delle province di Novara e del Vco, iscritti ai campionati gestiti dalla Figc  si preparano al gran finale, vi proponiamo le interviste pubblicate sul nostro bisettimanale nel corso di queste settimane.

Un modo per conoscere meglio i calciatori che stanno animando dallo scorso mese di febbraio il nostro gioco.

I protagonisti del nostro "Pallone d'oro": Andrea Minniti

«Ho un po’ timore a smettere, il brivido che ti dona un gol è difficilmente replicabile». Ne ha fatti 158 nel corso di una lunga carriera Andrea Minniti, di anni 38, «però quando giochi a calcio non ne hai mai abbastanza di segnare – racconta –. È bello segnare anche solo per l’abbraccio che ricevi da tutti i tuoi compagni. Figuratevi che mi ricordo ancora oggi perfettamente ognuno dei 158 gol».

Nelle ultime otto stagioni Minniti è sempre stato al Comignago, divenuto nell’ultima annata Dormelletto Comignago dopo la fusione delle due società.

Negli ultimi otto campionati tra Seconda e Prima Categoria ha collezionato oltre 80 reti, di cui ben 16 in questa meravigliosa ed esaltante stagione. «Sì, è stata proprio bella – dice l’attaccante –. Ci siamo arresi soltanto all’Esio che ha fatto un qualcosa di straordinario. Molte volte con 56 punti il campionato di Seconda Categoria lo si vince, quest’anno ci siamo dovuti accontentare del secondo posto. Ora ci giochiamo le chance di promozione nella finale play-off del prossimo 18 maggio».

A livello realizzativo è stata la seconda miglior annata di sempre di Minniti. «Ero riuscito ad arrivare addirittura a 22 gol con la Virtus Cusio ormai tanti anni fa» ricorda.

Tra l’altro, Minniti lega indissolubilmente il suo nome alla Virtus Cusio, società che non esiste più da parecchie stagioni; è stato infatti il miglior marcatore della storia del club. Minniti è partito da giovanissimo dal Borgomanero esordendo in serie D, poi ha girovagato in prestito tra VCO e Novara fino a stabilizzarsi in Prima Categoria. Nel corso della carriera ha centrato due promozioni (entrambe ai play-off) e una cocente retrocessione, nella scorsa stagione con il Comignago.

«Non potevo lasciare il calcio con una simile delusione – afferma –. Al Comignago devo la mia seconda giovinezza. Arrivai a trent’anni e dissi che volevo soltanto allenarmi, non avevo intenzione di disputare nemmeno quel primo campionato con loro; invece, non soltanto giocai quella stagione ma mi sono fermato per altre sette».

Sul suo futuro non si sbilancia. «Qualche anno fa avevo provato ad appendere gli scarpini al chiodo, sono durato due mesi e sono dovuto tornare in campo – sottolinea –. Ogni giugno mi prefiggo di fare il punto della situazione, lo farò anche dopo i prossimi play-off. Al momento non mi vedo allenatore perché non mi sento pronto nella gestione di un gruppo. È chiaro che però non mi vedo nemmeno lontano dal calcio. Quindi, un ruolo da aiuto allenatore o da dirigente mi piacerebbe ricoprirlo. Prima, però, fatemi ancora pensare al brivido della rete perché, come dico sempre, il più bel gol è quello che arriverà».