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Cordoglio nel Vergante per Angela Cerri: visse la tragedia dell'eccidio di Solcio

La donna aveva 96 anni: il funerale è stato celebrato a Massino Visconti il 15 aprile.

Cordoglio nel Vergante per Angela Cerri: visse la tragedia dell'eccidio di Solcio
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Il Vergante in lutto per la morte di Angela Cerri, la donna che visse sulla sua pelle la tragedia dell'eccidio di Solcio di Lesa.

Cordoglio per Angela Cerri: la donna testimone dell'eccidio di Solcio aveva 96 anni

E’ un ricordo affettuoso per una persona molto conosciuta a Massino quello che Angelo Gemelli, funzionario dell’Unione europea a riposo e tra le altre cose anche ex vicesindaco proprio a Massino, dedica ad Angela Cerri, scomparsa in questi giorni a 96 anni. «Angela da qualche tempo aveva interrotto le sue uscite quotidiane - scrive Gemelli - che normalmente faceva per incontrare le amiche e scambiarsi le notizie del paese. Purtroppo, in questi ultimi tempi, l’età avanzata e l’acuirsi dell’indisposizione l’avevano messa a dura prova e malgrado l’assidua e amorevole assistenza dei familiari e del dottor Incarbona, dopo una lunga vita, presso la sua abitazione, Angela ci ha lasciati. La popolazione di Massino si unisce al dolore dei familiari e ricorda Angela per la sua cordialità e affettuosità.
Angela ha vissuto una vita intensa al fianco del marito Agostino, mancato alcuni anni fa, di professione ambulante ombrellaio, mestiere tipico per i massinesi di quel tempo. Angela, nonna del Paese, era anche lei una persona come altre dei suoi tempi che, quando trovava riscontro sincero e affettivo, amava raccontare la sua vita. Un fatto che l’ha sconvolta e che le è rimasto impresso nel cuore per tutta la vita è stato l’uccisione dei 10 giovani partigiani, a Solcio di Lesa, per mano dei soldati tedeschi in ritirata il 24 marzo del 1945. Lei, sedicenne, lavorava presso la camiceria di Lesa quando in fabbrica è giunta la notizia della fucilazione. Terminato il turno, di lavoro tutte le ragazze si sono precipitate a vedere l’accaduto. Undici giovani, prelevati dalle carceri di Baveno (carcerati due giorni prima a seguito di un rastrellamento), giacevano a terra. Nessuno, tra i presenti conosceva quei giovani e nessuno osava toccarli. D’un tratto Angela, incredula per quel che stava vedendo, ha riconosciuto un giovane con il quale da un po’ di tempo si corteggiava. Il dolore è stato immenso. A lei è stato concesso un solo abbraccio e poi i Carabinieri hanno fatto allontanare tutti ed hanno organizzato un picchetto di sorveglianza che è durato due giorni nell’attesa di ritrovare i parenti. Fortuna volle che quel ragazzo aveva dato a lei il suo indirizzo di casa così che ha potuto avvertire i genitori che abitavano a Como e due giorni dopo la morte hanno potuto prendere la salma del figlio. Il giorno stesso che i genitori di Como prendevano la salma, dal piazzale di Solcio, c’era anche un’altra mamma, con un carro trainato da una mucca, che da Miasino era venuta a prendere le salme dei suoi due figli. I fratelli Beltrami, uccisi anche loro. (In quell’occasione la mamma, giunta a Miasino pronunciò una frase divenuta famosa: “ecco, adesso siete ritornati a casa!”). Angela, tra innumerevoli peripezie, è riuscita a recarsi, sola a Como, ai funerali del suo ragazzo. Al ritorno, non essendoci più da Sesto Calende, coincidenze per Lesa, è stata costretta a raggiungere Massino a piedi nel cuore della notte. Angela lascia i figli Maria Luisa con Alberto, Massimo e Marco, Giuseppe con Giovanna e Alessandro. I funerali si sono svolti martedì 15 presso la chiesa parrocchiale con la partecipazione di numerosi parenti e concittadini.

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