Cosa sorgerà al posto dell’ospedale “Maggiore”

NOVARA – Il 26 febbraio è in programma la conferenza dei servizi per la realizzazione della “Città della Salute e della Scienza” di Novara. Molto è stato scritto sul progetto del nuovo ospedale ma poco sul futuro dell’area dell’attuale “Maggiore della Carità”. Esiste un progetto di destinazione d’uso del complesso ospedaliero esistente, datato 2004 firmato dallo Studio Gregotti Associati International S.p.a, redatto su richiesta dell’allora amministrazione comunale.
Per capire quanto sia attuale abbiamo intervistato l’assessore comunale al governo del territorio Marco Bozzola: “Non riguardavo il progetto “Gregotti” dal 2004. Allora era solo una curiosità da architetto. Ora l’ho ripreso in mano. Quando nel 2008 fu preparato il Protocollo di Intesa per definire ed attuare gli interventi necessari alla realizzazione della “Città della Salute e della Scienza” quel progetto già manifestava qualche lacuna essendo quattro anni dopo mutate alcune realtà cittadine. A distanza di altri otto anni la situazione è ulteriormente cambiata. L’area interessata ha un valore stimato di circa cinquanta milioni di euro. Quindi ogni scelta dovrà essere ponderata. Lo studio di fattibilità di Gregotti era costato al Comune 220mila euro, pagati dall’allora Giunta Giordano. Credo che essendo soldi dei cittadini vada tenuto conto del lavoro fatto”.
Cosa prevedeva il progetto Gregotti?
“Le linee guida prevedevano una salvaguardia dell’area più antica. Quella del nucleo iniziale del Diciassettesimo secolo, progettata da Alessandro Antonelli, ovvero l’edificio a ” L”, in seguito rimaneggiato, il cortile del Soliva, i decori architettonici di Stefano Melchionni oltre
naturalmente alla chiesa costruita nel 1930. Per tutti questi edifici si auspicava un uso pubblico”.
Da anni si parla di ottenere per Novara la seconda Corte d’appello del Piemonte che dovrebbe trovare sede nel Quadriportico dell’ospedale. Si pensa anche alla biblioteca.
Lo studio di Gregotti prevedeva anche l’abbattimento di parti di recinzione dell’ospedale e
l’apertura di nuove strade.
Oltre agli edifici vincolati per quanto riguarda il resto dell’area ospedaliera “il piano prevede principalmente edilizia residenziale e questo è plausibile, per rendere appetibile l’area a eventuali investitori. Purtroppo lo spazio a verde previsto è veramente limitato a pochi
alberi piantati accanto alla chiesa. Una soluzione da rivedere”.
“Si era poi ipotizzata una struttura alberghiera e si pensava potesse sorgere dove è situata l’attuale casa di cura, di cui è previsto l’abbattimento”.
Massimo Delzoppo
NOVARA – Il 26 febbraio è in programma la conferenza dei servizi per la realizzazione della “Città della Salute e della Scienza” di Novara. Molto è stato scritto sul progetto del nuovo ospedale ma poco sul futuro dell’area dell’attuale “Maggiore della Carità”. Esiste un progetto di destinazione d’uso del complesso ospedaliero esistente, datato 2004 firmato dallo Studio Gregotti Associati International S.p.a, redatto su richiesta dell’allora amministrazione comunale.
Per capire quanto sia attuale abbiamo intervistato l’assessore comunale al governo del territorio Marco Bozzola: “Non riguardavo il progetto “Gregotti” dal 2004. Allora era solo una curiosità da architetto. Ora l’ho ripreso in mano. Quando nel 2008 fu preparato il Protocollo di Intesa per definire ed attuare gli interventi necessari alla realizzazione della “Città della Salute e della Scienza” quel progetto già manifestava qualche lacuna essendo quattro anni dopo mutate alcune realtà cittadine. A distanza di altri otto anni la situazione è ulteriormente cambiata. L’area interessata ha un valore stimato di circa cinquanta milioni di euro. Quindi ogni scelta dovrà essere ponderata. Lo studio di fattibilità di Gregotti era costato al Comune 220mila euro, pagati dall’allora Giunta Giordano. Credo che essendo soldi dei cittadini vada tenuto conto del lavoro fatto”.
Cosa prevedeva il progetto Gregotti?
“Le linee guida prevedevano una salvaguardia dell’area più antica. Quella del nucleo iniziale del Diciassettesimo secolo, progettata da Alessandro Antonelli, ovvero l’edificio a ” L”, in seguito rimaneggiato, il cortile del Soliva, i decori architettonici di Stefano Melchionni oltre naturalmente alla chiesa costruita nel 1930. Per tutti questi edifici si auspicava un uso pubblico”.
Da anni si parla di ottenere per Novara la seconda Corte d’appello del Piemonte che dovrebbe trovare sede nel Quadriportico dell’ospedale. Si pensa anche alla biblioteca. Lo studio di Gregotti prevedeva anche l’abbattimento di parti di recinzione dell’ospedale e l’apertura di nuove strade.
Oltre agli edifici vincolati per quanto riguarda il resto dell’area ospedaliera “il piano prevede principalmente edilizia residenziale e questo è plausibile, per rendere appetibile l’area a eventuali investitori. Purtroppo lo spazio a verde previsto è veramente limitato a pochi alberi piantati accanto alla chiesa. Una soluzione da rivedere”.
“Si era poi ipotizzata una struttura alberghiera e si pensava potesse sorgere dove è situata l’attuale casa di cura, di cui è previsto l’abbattimento”.
Massimo Delzoppo
Leggi di più sul Corriere di Novara di sabato 13 febbraio 2016