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Novara appello: “La facoltà di Medicina ha bisogno di nuovi spazi”

"Adesso abbiamo 130 studenti del primo anno ed è il numero massimo che possiamo seguire, ma c’è una forte richiesta per aumentare il numero di matricole"

Novara appello: “La facoltà di Medicina ha bisogno di nuovi spazi”
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L’organizzazione della Facoltà di Medicina nella futura Città della Salute di Novara è stata argomento dell’audizione che si è svolta ieri, lunedì 10 marzo 2025, in Commissione Sanità con il Rettore dell’Università del Piemonte Orientale, Menico Rizzi.

Novara appello

La Commissione, presieduta all’inizio dal vicepresidente Daniele Valle e successivamente dal presidente Luigi Icardi, ha ascoltato la presentazione del Rettore e gli ha poi rivolto alcune domande specifiche.
“L’azienda ospedaliera universitaria di Novara svolge sia attività di ricerca biomedica che di formazione – ha spiegato il Rettore – attualmente gli spazi per la formazione degli studenti di medicina non sono sufficienti, ci sono poi anche le attività di ricerca clinica e biomedica. Nella nuova Città della Salute avremo una struttura moderna in cui formazione e ricerca saranno integrate. Adesso abbiamo 130 studenti del primo anno ed è il numero massimo che possiamo seguire, ma c’è una forte richiesta per aumentare il numero di matricole. Per farlo però ci vogliono aule con una capienza adeguata e anche docenti, con le strutture attuali al massimo potremo arrivare a 150 studenti. È molto importante che sia la didattica che la ricerca siano all’interno dell’ospedale”.

Diversi consiglieri hanno posto domande al Rettore sulla futura capienza della facoltà di medicina all’interno della nuova Città della Salute di Novara, che dovrebbe essere operativa tra 5 o 6 anni. Sono intervenuti: Domenico Rossi (Pd), Davide Buzzi Langhi (Fi), Mauro Salizzoni (Pd), Sarah Disabato (M5s), Gianluca Godio (FdI), Davide Zappalà (FdI), Pasquale Coluccio (M5s).
“Per limitare la fuga di pazienti verso la vicina Regione Lombardia - ha proseguito il Rettore - bisogna organizzare la formazione dei medici in modo nuovo: a piccoli gruppi, seguiti da un tutor, utilizzando le simulazioni anche attraverso le nuove tecnologie e l’Intelligenza Artificiale. Una struttura moderna anche dal punto di vista architettonico ci interessa molto, sia per la didattica che per la ricerca biomedica”.

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