Consigli di quartiere, idillio terminato: è scontro sul voto negato agli stranieri
Ci si aspettava che, dopo un iter definito "bipartisan", il regolamento fosse approvato in modo unanime ma le cose sono andate diversamente
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Il Consiglio comunale di Novara di ieri, giovedì 20 febbraio, aveva tra i punti l'approvazione del regolamento istitutivo delle Consulte di quartiere, tappa significativa nel percorso di cittadinanza attiva intrapreso dall'Amministrazione. Il traguardo di un iter descritto in più occasioni armonioso e "bipartisan".
Consigli di quartiere, idillio terminato
Il regolamento, che era stato redatto dalla Commissione affari istituzionali con il contributo di tutti i gruppi consiliari, avrebbe dovuto sancire l’avvio di un progetto volto a restituire ai cittadini un ruolo di protagonismo nelle decisioni che riguardano i propri quartieri. L'idea è quella di rendere le Consulte una forma di partecipazione concreta, diversa dai vecchi Consigli di quartiere, e aperta anche ai giovani dai 16 anni in su, per stimolare l’interesse dei ragazzi verso la vita amministrativa.
Tutti si aspettavano che il regolamento passasse in Consiglio in modo unanime, così come era stato costruito in Commissione, con l'apporto e la collaborazione di tutte le forze politiche.
Scontro sul voto negato agli stranieri
Tuttavia, durante il Consiglio, le cose sono andate diversamente. Nonostante le attese di un percorso condiviso, l’approvazione del regolamento è stata segnata da un acceso dibattito e, alla fine, da un’emendamento presentato dalle forze di maggioranza che ha suscitato forti polemiche.
Il punto centrale del dissenso è stato il diritto di voto degli stranieri nelle Consulte di quartiere. L’emendamento proposto dalla maggioranza ha escluso gli stranieri non comunitari dalla possibilità di votare e candidarsi per i portavoce delle Consulte, limitando tale diritto ai soli cittadini italiani e comunitari.
Questa decisione ha scatenato la reazione di tutta l’opposizione, che ha definito la scelta della Giunta come una vera e propria discriminazione, non solo nei confronti degli stranieri, ma anche nei confronti dei cittadini che, pur essendo residenti e attivi nelle loro comunità, non hanno la cittadinanza italiana.
Respinta anche la proposta della minoranza per permettere agli stranieri residenti da almeno 5 anni nel quartiere, pur non potendosi candidare a portavoce, di poter perlomeno votare.
Le minoranze, insieme ai membri del gruppo misto, hanno quindi abbandonato l'aula e la mozione è passata con 18 voti favorevoli.
Commenti e reazioni
Le reazioni politiche sono state vivaci e contrastanti. Il vicesindaco di Novara, Ivan De Grandis, si è affidato a un lungo post sui social per difendere con forza la decisione della maggioranza, spiegando che il voto deve essere riservato ai cittadini italiani, come previsto dalla legge.
La Lega e Fratelli d'Italia, infatti, sono state fermamente contrarie all’inclusione degli stranieri, sostenendo che il diritto di voto è un privilegio che si conquista con la cittadinanza:
"Le consulte servono a dare voce ai cittadini, non a fare esperimenti ideologici. Ma ecco che la sinistra si scandalizza perché abbiamo detto una cosa semplice e di buonsenso: il diritto di voto deve essere riservato ai cittadini dell'Unione Europea come previsto dalla Legge. Perché il PD si arrabbia tanto? Perché ci siamo permessi di ribadire un principio sacrosanto: il voto non è un biglietto omaggio che si distribuisce a chi passa di qui per qualche anno. Partecipare alla vita amministrativa è un diritto che si conquista con la cittadinanza. Ed è per questo che sono in piena sintonia con il sindaco Alessandro Canelli: qui non si tratta di escludere nessuno, ma di rispettare le regole! Il diritto di voto deve essere riservato ai cittadini italiani. Punto. Il regolamento è stato studiato per due anni e nessuno ha mai fiatato. Poi, improvvisamente, il PD si impunta sul fatto che “residenti” deve voler dire anche stranieri e parte la bagarre.
"Crediamo nella partecipazione vera, nella cittadinanza come valore e nelle regole come principio di convivenza. Il voto non si regala, si merita" conclude De Grandis.
Dall’altro lato, il Partito Democratico e Alleanza Verdi di Sinistra hanno criticato duramente l’emendamento, definendolo razzista e dannoso per l’integrazione. Per il PD, la decisione della maggioranza ha allontanato ancora di più i cittadini stranieri dal tessuto sociale e politico della città, creando una divisione tra residenti di “serie A” e “serie B”:
Una brutta pagina, quella che si è scritta oggi in Consiglio Comunale, nonostante ci fosse apparentemente l’accordo di tutti i gruppi e i capigruppo avessero lavorato per più di due anni alla stesura del testo per la costituzione delle consulte di quartiere, oggi il sindaco si accorge che così com’era scritto il regolamento, i cittadini stranieri senza cittadinanza italiana, avrebbero goduto di elettorato attivo e passivo. Ovviamente è riemersa tutta la vis della lega pura e dura… La maggioranza ha votato il testo non senza mal di pancia da parte di qualcuno che non ha partecipato al voto. La parola 'integrazione' passa anche dal coinvolgimento reale nei processi di decisione e di promozione del proprio territorio ma evidentemente non rientra nel loro vocabolario".
Alleanza Verdi di Sinistra ha parlato di un "vergognoso emendamento" che ha escluso, oltre agli stranieri non comunitari, anche altri gruppi di residenti. Il gruppo ha accusato la maggioranza di non voler permettere a chiunque non sia italiano di partecipare attivamente alla vita politica della città, trattando migliaia di cittadini come "residenti di serie B". Hanno ricordato come molti di questi residenti contribuiscano attivamente al benessere del quartiere, e quindi non sarebbe stato giusto privarli del diritto di essere rappresentati:
Stiamo parlando di migliaia di lavoratori e lavoratrici, che pagano le tasse e prendono parte alle nostre vite di quartiere. Perché, se risiedo in un quartiere da 4 o 5 anni, non dovrei poter votare un mio rappresentante di quartiere, un organo puramente consultivo? Ieri, in consiglio comunale, abbiamo ricevuto una risposta. Per la Giunta Canelli, ci sono residenti di Serie A e di Serie B. Nonostante le accese e coraggiose proteste del resto dell'opposizione, che ringraziamo, Lega e FdI hanno votato un vergognoso emendamento che nega espressamente il diritto di voto agli stranieri. E attenzione, nemmeno tutti gli stranieri! Avranno diritto di voto gli stranieri cittadini UE, ma non gli altri! Peggio di così, Lega e FdI avrebbero solamente potuto fare una lista dei vari gruppi etnici a cui non dare diritto di voto! Cosa ne sarà di quei quartieri, come Sant'Agabio, con migliaia di residenti che lavorano e faticano ma senza diritto di voto? Una cosa è certa: per la Giunta Canelli loro sono residenti di serie B, e devono continuare a esserlo.