Anche una coppia castellettese ha perso tutto nei terribili incendi in California
«Quando sono scoppiati gli incendi io ero in Italia e fuori casa con mio padre - dice il giovane castellettese - Simona a Napoli. I miei vicini dagli Usa in quei frangenti mi parlavano di un incendio governabile».
Il racconto tragico di una coppia castellettese che ha una casa negli Stati Uniti, finita in cenere nei terribili incendi delle scorse settimane.
«Abbiamo perso tutto, letteralmente»
«Mi è arrivato un messaggio con un video della nostra casa in fiamme: abbiamo perso tutto, letteralmente tutto. La situazione è apocalittica e - è certo - si è trattato di incendi dolosi che lasciano pesanti interrogativi sulla loro origine». Con queste parole Diego Meraviglia descrive la terribile esperienza che sta attraversando con la moglie Simona Maffei. Ora è ospite della famiglia d'origine, a Castelletto Ticino, dopo che la sua casa negli Stati Uniti è stata ridotta in cenere per via degli incendi di cui tutto il mondo ha parlato ampiamente nelle scorse settimane.
A Los Angeles per la musica prima, e poi il corso da sommelier
Meraviglia si è trasferito una ventina di anni fa a Los Angeles per frequentare una importante scuola di musica. Dopo aver fatto parte del mondo musicale per un po’ di tempo, si è appassionato al settore vinicolo, conquistando la qualifica di sommelier. Una formazione scrupolosa gli ha consentito di fare di questa passione una professione, portandolo a insegnare e a offrire anche alcune consulenze sul tema. Ha conosciuto quella che poi sarebbe diventata sua moglie, Simona Maffei, di origini napoletane, in un ristorante italiano. Ma mercoledì 8 gennaio, alle 8.25 del mattino ora italiana, la loro vita è cambiata.
«Qualcuno ha consapevolmente favorito gli incendi»
«Siamo tra le vittime di Santa Ana - racconta Meraviglia - sono venti secchi e caldi che arrivano dal deserto correndo verso l'oceano. Noi viviamo a Topanga, un quartiere di Los Angeles, che era una vecchia comunità hippy di fianco a Malibu. In quella notte i venti sferzavano la città a una velocità devastante e qualcuno ha consapevolmente favorito gli incendi: le investigazioni lo stanno dimostrando».
E' stata una tragedia dalle dimensioni immani
I numeri sono impietosi: 110 mila le persone sfollate, 12 mila le case perse, 25 mila gli acri (unità di misura americana) di terreno bruciati: un'area più grande di Manhattan. «Quando sono scoppiati gli incendi io ero in Italia e fuori casa con mio padre - dice il giovane castellettese - Simona a Napoli. I miei vicini dagli Usa in quei frangenti mi parlavano di un incendio governabile. Ho tenuto d'occhio Internet e le telecamere di casa fino alle 3 di notte. Alle 7 del mattino mi ha chiamato mia moglie dicendomi che aveva notizie di una situazione in peggioramento. Le telecamere poi mi si sono spente davanti agli occhi e infine un conoscente mi ha inviato il video con il fuoco che avvolgeva casa nostra. Mia moglie ha pianto per giorni e io, dopo l'iniziale stato di shock, ho sentito una sorta di rassegnazione. Tutto è bruciato: i vini della cantina, le nostre due automobili, i vestiti e i documenti. Le assicurazioni si sono chiamate fuori, perché i premi da pagare sono troppo alti, la costa di Malibu ora è tutta nera. L’emergenza sanitaria è grave: l’aria è irrespirabile, l’acqua è inquinata e le gang di criminali attive nello sciacallaggio sono scatenate. Abbiamo la fortuna di avere le nostre famiglie in Italia e ci prenderemo il giusto tempo per risollevarci. Eppure mi ossessiona un pensiero: potevo essere sul posto e dare il mio contributo per cercare di risolvere la situazione. Quando torneremo sul posto rovisteremo fra le macerie coi guanti per vedere se troveremo ancora qualcosa e per ricordarci chi eravamo».
E' attiva una raccolta fondi online per aiutare la coppia
È possibile aiutare Diego e Simona tramite una raccolta fondi aperta sul web sul portale Gofundme a questo link. La pagina della raccolta fondi è raggiungibile anche digitando semplicemente “Help Simona and Diego Rebuild After Fire gofundme” su Google. Nel momento in cui questo giornale va in stampa l’iniziativa solidale ha già permesso di raccogliere oltre 30 mila dollari.