Carcere di Novara: un milione di euro per l’ex zona femminile
Lo spostamento dei locali sanitari dalla attuale posizione alla palazzina “ex femminile” permetterebbe inoltre di creare nuove aree di socialità e recuperare spazi preziosi per lo sviluppo delle attività trattamentali
In attesa di realizzazione il panificio e l’adeguamento delle stanze ai sensi di legge.
Carcere Novara
È stato pubblicato a cura della Regione il nono dossier delle criticità strutturali e logistiche delle carceri piemontesi. Nel dossier vi è un’accurata scheda sulla situazione della Casa Circondariale di Novara, di via Sforzesca con una capienza dichiarata sul sito del Ministero di 156 detenuti e che invece registra una presenza al 15 dicembre 2024 di 172 di cui 71 in regime di art. 41bis.
Nel dossier vengono indicate le migliorie eseguite alla struttura carcerari e quanto invece necessita essere fatto. Riportiamo di seguito quanto illustrato nel dossier.
Criticità strutturali
Interventi previsti e realizzati
Nell’anno 2024 la Direzione dell’Istituto ha individuato e inserito nel quadro “esigenziale” del carcere un buon numero di lavori e forniture necessarie indicandone le relative priorità. Questi gli interventi realizzati nel corso dell’anno: Smaltimento e differenziazione di rifiuti e materiali tecnologici; Adeguamento dell’impianto elettrico dell’intero Istituto con la sostituzione della cabina elettrica; Adeguamento dell’impianto di illuminazione; Bonifica del tetto della palestra; impianto anti droni; Transito per i detenuti dell’ex art 32; Realizzazione di un’area adibita ad orto; Spostamento ed ampliamento di una delle due Biblioteche Potenziamento dell’impianto di videosorveglianza dell’intero Istituto.
Inoltre, nell’ottica del contenimento dei costi energetici, e in considerazione della vetustà degli impianti di riscaldamento, è stata sostituita una prima caldaia ed è stato effettuato un primo intervento di ammodernamento delle centrali termiche e delle linee di distribuzione.
Interventi in attesa di realizzazione
Sistemazione e recupero degli alloggi demaniali (climatizzazione, caldaia, box doccia); Revisione dell’impianto fognario; Revisione dell’impianto anti scavalcamento; Ripristino del muro di cinta e delle garitte; Realizzazione del panificio; Miglioramento della connessione internet e fornitura di nuovi Pc per la realizzazione di corsi di formazione.
Una menzione particolare merita la necessità di adeguare le stanze di pernottamento ai sensi del decreto 230 del 2000, il regolamento penitenziario. Le stanze, “cameroni” da 4/5 posti letto, dispongono di un unico bagno, privo di doccia e senza porte divisorie tra l’area in cui i detenuti scaldano i pasti e la zona adibita a toilette. Nelle stanze non sono presenti frigoriferi (è presente un unico frigorifero con congelatore in ogni sezione) e, soprattutto in estate, la mancanza di refrigerazione delle vivande rappresenta una criticità particolarmente sentita di cui la Direzione si sta prendendo carico. L’adeguamento delle stanze di pernottamento è stato segnalato al Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria come una delle priorità della struttura, ma purtroppo non è ancora arrivata autorizzazione in merito. È sicuramente un’opera onerosa dal punto di vista tecnico ed economico, ma fondamentale per assicurare ai detenuti le migliori condizioni di vita.
Recupero palazzina “ex femminile”
Nel corso del 2024 si è finalmente avviato l’iter per il recupero e la rifunzionalizzazione della palazzina “ex femminile” (struttura chiusa nel 2003) indicata più volte nel corso degli anni come soluzione per collocare i locali adibiti ai servizi medico infermieristici, valorizzando il presidio sanitario regionale interno al carcere e razionalizzando l’accesso alle ambulanze in una struttura che ha esigenze particolari, connesse alla presenza del circuito detentivo ex art.41 bis. Il progetto di riqualificazione strutturale è stato oggetto di valutazione tecnica da parte del Ministero e, nel luglio 2024, il Dipartimento Amministrazione Penitenziaria (Dap) ha espresso parere favorevole all’intervento, stimato in circa 1 milione di euro. Lo spostamento dei locali sanitari dalla attuale posizione alla palazzina “ex femminile” permetterebbe inoltre di creare nuove aree di socialità e recuperare spazi preziosi per lo sviluppo delle attività trattamentali che attualmente devono essere limitate in termini di offerta formativa proprio per la carenza di aree adeguate.