Ludovica, morta al luna park: chi aveva tagliato i rami per far posto alla giostra?
Dalla planimetria il tagadà risultava collocato tra le piante, è questo uno degli elementi più importanti emersi nell'ultima udienza
Erano stati ritrovati domenica mattina, 13 marzo 2022, nel fossato del castello di Galliate i rami tagliati dall’albero, sulla cui corteccia, come emerso nel precedente udienza, sono stati ritrovati dei capelli di Ludovica Visciglia, poi analizzati dai Ris.
Nell'immagine i periti intenti nell'analisi della pianta "incriminata"
Ludovica, morta al luna park: l'udienza del 18 dicembre
Questo è uno degli aspetti più significativi emersi all’udienza del 18 dicembre per la morte della studentessa di 15 anni di Trecate, deceduta in seguito alle ferite riportate nell’incidente avvenuto al Luna Park di Galliate, sulla giostra “Mini Tagadà”, la sera del 12 marzo 2022.
A raccontarlo è stata Daniela Monfroglio, all’epoca dei fatti assessore galliatese, ascoltata come teste. Assieme a lei sempre ieri pomeriggio, sono stati ascoltati alcuni membri della commissione comunale e la segretaria comunale di Galliate. Molti i "non ricordo". Gran parte delle deposizioni e delle domande è stata sull’autorizzazione all’apertura temporanea del Luna Park, che nella precedente udienza era stato ribadito essere stata era stata firmata dal Comandante della Polizia locale. Il Luna Park aveva aperto il sabato con autorizzazioni provvisorie e il sopralluogo della commissione era previsto per il lunedì. Nessun sopralluogo era stato fatto nel Luna Park per verificare che tutto fosse a norma.
Per la morte di Ludovica sono giudizio: l’allora sindaco di Galliate Claudiano di Caprio; il Comandante della Polizia locale Angelo Falcone; l’ingegner Graziano Minero, il professionista che aveva redatto il collaudo annuale della giostra; il proprietario della stessa, Luca Massimiliano Ferri. Il figlio minorenne, di 17 anni, all’epoca dei fatti, che sarebbe stato ai comandi al momento dell’incidente, verrà giudicato a parte dal Tribunale dei Minori.
Aveva patteggiato l’ingegner Dario Allegretti, il professionista che aveva firmato il progetto per l’installazione del parco divertimenti. Il professionista aveva potuto accedere al patteggiamento alla pena finale di un anno, avendo scelto di versare un risarcimento in acconto sulla somma che sarà stabilita nel dibattimento, a favore dei genitori e della nonna paterna di Ludovica, costituitisi parte civile e rappresentati dagli avvocati Antonella Lobino ed Enrico Faragona.
I teste
Il primo teste è stato Luigi Errico, perito dei Vigili del fuoco, in commissione per le competenze in materia antincendio. Nella sua deposizione è stato evidenziato che si può autorizzare un’apertura con certificazione firmata, se è prevista un’affluenza sotto le 200 persone.
Edoardo Moia in commissione come rappresentante dell’Asl ha evidenziato come la commissione sia un organo consultivo, che e che le aperture temporanee possono essere autorizzate con una firma da chi si prende la responsabilità.
Enrico Bellora, esperto tecnico acustico ha confermato che non sono state fatte verifiche sul campo ma solo guardando le planimetrie.
Giovanni Bozzola, in commissione per la parte elettrica alla domanda se non si fosse stupito dell’apertura due giorni prima del sopralluogo ha risposto di aver pensato che quei due giorni fossero dedicate alle prove di collaudo, non avendo mai avuto lui esperienze di controlli a luna park aperto.
Chi ha tagliato quei rami?
Alberto Bandera responsabile comunale al patrimonio ha affermato che sulla planimetria osservata, la giostra dell’incidente era all’interno egli alberi presenti in piazza. Dopo la deposizione della segretaria comunale Federica Sementilli, è stato il turno dell’ex assessore Monfroglio.
Alle domande dell’avvocato Lobino ha confermato che dove era stata posizionato la giostra vi era la panchina “antiviolenza” posata dal Comune e sbullonata e tolta per il luna park. Dopo aver confermato che il Comune non aveva dato ordine di tagliare i rami degli alberi, la mattina dopo l’incidente vi era stata la scoperta nel fossato del castello. Chi ha tagliato i rami?
I fatti
Ludovica Visciglia quel sabato 12 marzo aveva festeggiato il proprio compleanno, che cadeva l’8 marzo, con una cena tra amici e parenti, poi si era recata al Luna Park, aperto per la festa patronale di San Giuseppe, in piazza Vittorio Veneto a Galliate. L’incidente si era verificato attorno alle 23. Scattato l'allarme ai soccorritori del 118 le condizioni della 15enne erano apparse subito gravissime. Trasportata all'ospedale “Maggiore” era stata ricoverata in Rianimazione, ma era poi spirata nella notte. Subito, fin dal giorno successivo, le indagini avevano fatto emergere una serie di circostanze contingenti che facevano presumere il mancato rispetto di numerose normative di legge.
L’inchiesta della Procura della Repubblica di Novara, coordinata dai pubblici ministeri Paolo Verri e Giovanni Castellani, aveva portato, a seguito di perizie, a formulare l’ipotesi che le persone rinviate a giudizio, “ciascuno nell'ambito delle rispettive funzioni” contribuirono a cagionare la morte di Ludovica Visciglia, morte avvenuta per un trauma cranico a seguito del violento impatto con un albero “situato all’interno della sagoma della giostra a distanza di 11,5 cm circa, a macchina in movimento con massima velocità e inclinazione”.