Novara ha detto addio a suor Regina: la sua vita era per i poveri
In tanti hanno voluto salutare la religiosa, colonna dell'istituto Sacro Cuore
Suor Regina Nyandwi, aveva perso la vita a 67 anni in seguito a un incidente lo scorso 20 gennaio 2024. Originaria del Burundi, madre Regina era al Sacro Cuore dal 1978.
Ultimo saluto
Il funerale della religiosa è stato celebrato ieri, giovedì 1 febbraio, nella cappella della sede della Congregazione delle Sorelle della Carità a Novara. La sera precedente invece era stato recitato il rosario, sempre nella cappella dell’istituto.
La salma è stata poi portata a Grignasco, dove suor Regina riposerà nella tomba della Congregazione.
L'incidente
Giovedì 18 gennaio suor Regina stava tornando al Sacro Cuore di Novara dopo aver fatto la spesa per i poveri. Era alla guida della sua auto quando improvvisamente si è sentita male. Si è accasciata sul volante, mentre l’auto proseguiva la sua corsa zigzagando per qualche metro, per fortuna senza scontrarsi con altri veicoli. Soccorsa dagli operatori del 118, aveva poi cessato di vivere all’ospedale Maggiore nella giornata sabato 20 gennaio, due giorni dopo l'incidente.
Dolore e commozione
Ed è lutto in tutto il Novarese per la scomparsa della religiosa, appartenente alla congregazione delle Sorelle della Carità. Il suo volto sorridente e accogliente ha accolto in questi anni tantissimi bambini e adulti all'istituto Sacro Cuore di via Solferino. Ma anche a Romagnano, dove suor Regina era stata animatrice di comunità (un titolo che di fatto è quello di superiora) della sede locale del Sacro Cuore.
«Suor Regina lascia un grande vuoto nella nostra comunità. Aveva il compito di accogliere all’ingresso dell’istituto i bimbi come anche le famiglie, gli ospiti e i poveri. La sua caratteristica che, oggi tutti ricordano, è quella di una grande dolcezza. La conoscevano tutti». Così sui media della Stampa Diocesana la ricorda suor Samuela Ferrari, madre generale della congregazione con sede a Novara.
«Aveva sempre una attenzione particolare verso i poveri - ha evidenziato il direttore del Sacro Cuore, Paolo Usellini in una nota - a costo di togliere a lei per dare a loro. E aveva una fede veramente profonda, tanto che davvero ti immaginavi che quei poveri fossero aiutati dal Padreterno attraverso le sue mani. E il suo ultimo gesto è proprio stato l'andare a raccogliere cibo da donare ai poveri».
Le sorelle la ricordano così: «Era una persona buona, luminosa, sempre pronta a cercare un motivo di speranza, di fiducia. Non esprimeva mai giudizi negativi. Pur avendo una salute delicata e non essendo più giovanissima, se si accorgeva anche lontanamente che c’era bisogno di qualcosa era pronta a intervenire. Era una persona splendida e farà sentire tantissimo la sua mancanza, perché persone così buone non ce ne sono tante. Quando ci si incontrava, aveva sempre una parola buona ed era sempre una festa trovarsi, aveva sempre un motivo per condividere qualcosa insieme. Era l’accoglienza personificata».