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In città è nata Casa Ail per accogliere pazienti ematologici e i loro familiari

A disposizione gratuitamente per chi viene da fuori Novara, la struttura è intitolata a Luisa Galbani

In città è nata Casa Ail per accogliere pazienti ematologici e i loro familiari
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Un alloggio gratuito dove i pazienti ematologici in cura all’Aou di Novara e i loro familiari o caregiver possano sentirsi un po’ a casa ed essere accolti da un’atmosfera familiare.

E' nata Casa Ail

E’ nata a Novara la prima “Casa Ail”, inaugurata ufficialmente lo scorso 18 gennaio dalla presidente di Ail Novara Vco Rosalba Barbieri e dal presidente nazionale Ail Giuseppe Toro.

La struttura, un bellissimo appartamento all’interno della rotonda Massimo d’Azeglio, è stata intitolata a Luisa Galbani ed è stata messa a disposizione di Ail dai familiari della giovane prematuramente scomparsa ormai molti anni fa. «Luisa - ha detto la cugina Anna Chiara Invernizzi - era una ragazza molto solare e generosa e credo che lei e i suoi valori possano rivivere in questa iniziativa».

Casa Ail mette dispone di quattro posti letto (che in emergenza possono diventare sei, grazie ad un divano letto nella sala) suddivisi in due camere, una sala come spazio comune, due bagni con doccia, una cucina abitabile, un ripostiglio, garage e cantina, oltre a tutti gli elettrodomestici, la biancheria da letto e da bagno e tutto ciò che può servire in cucina (stoviglie e tovagliati).

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"Si realizza un grande sogno"

«Oggi - ha detto Rosalba Barbieri - si realizza per noi di Ail Novara e Vco un grande sogno e devo ringraziare tutti gli amici che hanno contribuito perché potesse trasformarsi in realtà: la famiglia Invernizzi, la Fondazione Comunità Novarese e la Fondazione Capurro che ci sono state accanto anche in altri progetti, ovviamente l’Azienda ospedaliera di Novara e la Struttura di Ematologia con la quale collaboriamo dal 2005 grazie al suo responsabile professor Gaidano e a tutto il personale».

E un grazie, Barbieri l’ha rivolto anche ad Ail nazionale, che con un bando ha reso possibile realizzare il progetto. «Con quella di Novara - ha detto il presidente Toro - sono 85 le Case Ail in tutta Italia, un modello di welfare innovativo che come associazione portiamo avanti da 55 anni. I malati hanno bisogno infatti, oltre ovviamente alle cure, anche di appoggio, vicinanza e luoghi dove poter condividere le loro esperienze con qualcuno che sta attraversando i loro stessi momenti».

Un concetto che ha sposato anche il direttore generale dell’Aou, Gianfranco Zulian: «Al di là dell’aspetto della cura, su cui a Novara siamo all’avanguardia, la vera scommessa oggi è ciò che si fa nella prosecuzione dell’attività a livello territoriale. E Casa Ail si inquadra perfettamente in questa logica».

Perché - come ha sottolineato il professor Gianluca Gaidano, responsabile della Scdu Ematologia all’Aou - «l’ospedale è un luogo di cura e assistenza, ma anche di ospitalità. La cura è presenza, prossimità e comunione. E Ail lo sa bene».

E sono stati tanti coloro che, giovedì mattina, hanno voluto portare all’Ail il proprio attestato di stima, a partire dalle principali autorità cittadine: il prefetto Francesco Garsia accompagnato dal viceprefetto Marco Baldino, l’assessore Raffaele Lanzo, la referente della macroarea medico specialistica oncologica dell’Aou Alessandra Lazzati e le coordinatrici infermieristiche dell’Area ematologica Martina Lusona, Eliana Paglia e Simona Pignatelli.

A conclusione della cerimonia, la benedizione portata da don Dino Campiotti.

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