Processo turbolento

Disputa feroce tra erede e gli usufruttuari di una dimora a Oleggio Castello: tutti assolti

Stando ai racconti ci sarebbe anche un tentativo di investimento in macchina tra i contendenti

Disputa feroce tra erede e gli usufruttuari di una dimora a Oleggio Castello: tutti assolti
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Si è conclusa senza condanne la scorsa settimana al tribunale di Verbania, la faida che durava ormai da anni e che ha visto suo malgrado protagonista un’antica dimora di Oleggio Castello.

I fatti

La storica tenuta è stata oggetto di una feroce contesa tra un’erede e gli usufruttuari. La giudice Marianna Panattoni ha assolto marito e moglie, entrambi fittavoli, chiamati a rispondere di violenza privata e molestie ed un terzo usufruttuario accusato di minaccia grave. Va detto che anche per la pubblica accusa, che aveva chiesto l’assoluzione per tutti i capi di imputazione perché ci sarebbe stata soltanto animosità da entrambe le parti, non erano emerse prove della colpevolezza delle persone coinvolte, ovvero gli ex lavoranti che si erano guadagnati la possibilità di vivere in campagna sino alla propria morte.

La vicenda nasce negli anni scorsi, quando aggravatasi la malattia, la proprietaria della grande magione, oltre 100 ettari tra le colline dell’entroterra novarese, comprensivi di cascine e allevamento di cavalli, aveva deciso di lasciare in segno di gratitudine porzioni di quel possedimento in usufrutto ai suoi dipendenti-collaboratori: due famiglie.

Solo più tardi, una nipote ereditiera (con altri due fratelli) della proprietaria, un’artista 57enne che risiedeva ormai da tempo a New York, aveva deciso di interessarsi a quell’ampio podere appartenente da generazioni alla famiglia. Una volta tornata in Italia erano iniziati i guai – poi divenuti litigi, infine denunce – con gli ex collaboratori dell’anziana zia. Sono stati due i procedimenti penali che si sono conclusi nelle aule di corso Europa a Pallanza.

In uno marito e moglie usufruttuari di un appartamento della tenuta oleggese erano finiti nei guai per cinque episodi, così è emerso, accaduti nel corso dell’estate del 2017. In uno di questi gli affittavoli avrebbero impedito l’accesso alla donna e ad un tecnico che era con lei e che doveva effettuare un sopralluogo all’impianto fognario. Nell’altro procedimento, invece, un usufruttuario avrebbe cercato di investire l’ereditiera “americana” nel vialetto d’ingresso della dimora. Era il maggio del 2018. Le accuse erano state rispedite alla mittente.

Le lunghe udienza a Verbania sono state a dir poco turbolente, a testimonianza di rapporti pregressi tesissimi tra i vari “contendenti”. Nelle scorse settimane, per esempio, l’artista trasferitasi negli Stati Uniti e costituitasi parte civile con l’avvocato Giuseppe Russo, si era dichiarata intimorita dalla controparte, nei confronti della quale aveva chiesto un “ordine di restrizione”. La giudice Panattoni aveva fatto mettere tutto a verbale, trasmettendo gli atti alla procura. Dal canto suo Russo aveva prodotto alla giudice videoregistrazioni che avrebbero attestato la veridicità di quanto raccontato dalla sua assistita.

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