Storia

Novara non dimentica il Generale Gherzi, fucilato 80 anni fa dai nazisti

Nei giorni scorsi hanno avuto luogo la cerimonia e la deposizione di una corona al monumento ai lui dedicato sull’Allea

Novara non dimentica il Generale Gherzi, fucilato 80 anni fa dai nazisti
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Ottant’anni dopo quel 22 settembre 1943, quando fu fucilato a Cefalonia per mano dei soldati tedeschi, la sezione Unuci di Novara e l’Istituto storico della Resistenza e della società contemporanea “Piero Fornara” hanno voluto rendere omaggio al generale Luigi Edoardo Gherzi, con una cerimonia e la deposizione di una corona al monumento ai lui dedicato sull’Allea.

Lo ha raccontato Il Corriere di Novara

Cerimonia

Una cerimonia che, oltre alle principali autorità cittadine, ha visto anche la partecipazione dei ragazzi di 3 A informatica dell’Iti “Fauser”, accompagnati dall’insegnante (nonché componente del Comitato scientifico dell’Istituto storico della resistenza) Anna Cardano. «Perché è a loro, ai giovani, che dobbiamo trasmettere il testimone della memoria di questi eventi - ha detto il vicepresidente della sezione novarese Unuci, tenente Amedeo Garizio - Sono loro che dovranno portare avanti il ricordo».

E sono stati proprio due studenti, Giada Croci e Davide Tartaglione, a ricordare la storia del generale Gherzi e leggere le motivazioni per le quali gli fu conferita la Medaglia d'oro al valor militare.

Dopo l’8 settembre, Gherzi - che era comandante della fanteria della Divisione "Acqui" di stanza a Cefalonia - fu un deciso sostenitore della resistenza contro i tedeschi. Catturato presso il suo comando tattico in località Kokkolata, venne fucilato insieme agli ufficiali del comando. Un gesto, ha detto il presidente dell’Unuci generale Antonio Petrosino, «di inaudita brutalità, in spregio all’umana pietà e alle leggi e convenzioni internazionali. E’ proprio grazie a una figura come quella del generale Gherzi che le forze armate possono dire, a buon diritto, di aver dato il via alla resistenza armata contro l’invasore tedesco, pagando un prezzo altissimo». E fu proprio per questo che Novara, città nella quale il generale, nativo di Lu Monferrato, viveva, decise di dedicargli un monumento, inaugurato il 25 aprile del 1975 davanti alla Caserma Passalacqua, successivamente spostato sull’Allea.

Il presidente dell’Istituto storico della Resistenza, Paolo Cattaneo, ha tracciato un ricordo personale. «Ho avuto modo di conoscere il figlio del generale, l’ingegner Mario, che era molto amico di mio padre. Parlando di quei fatti, Mario diceva che furono rimossi per anni dalla memoria collettiva per non turbare gli equilibri internazionali. Per fortuna, dopo tempo, tutto è tornato alla luce e ora possiamo ricordare e dire, con tutto il cuore, “grazie generale”». Anche perché - ha sottolineato Cattaneo - «la Resistenza è stata qualcosa che ha coinvolto un intero popolo: i partigiani erano di ogni colore, anche militari».

Costantino Ruscigno, presidente della Fondazione Europea Cefalonia-Corfù 1941/1944, ha puntato ancora una volta lo sguardo sui giovani: «Senza la loro presenza qui, oggi, avremmo fallito il nostro obiettivo: sono loro che devono sapere e perpetrare il ricordo di quei fatti».

Alla cerimonia era presente anche la nipote del generale Gherzi, Marcella, che ha fatto un ulteriore richiamo alla memoria: «Guardare al passato serve a costruire un futuro migliore - ha detto, ancora una volta rivolta ai ragazzi - Noi vi passiamo il testimone, perché possiate essere costruttori di pace, libertà e solidarietà».

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