Delitto Gennari, parla Guerrini: "Avevo paura di Sansarella"

Delitto Gennari, parla Guerrini: "Avevo paura di Sansarella"
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NOVARA - Perché Cristian Guerrini non ha impedito il pestaggio di Andrea Gennari da parte di Nicola Sansarella, la notte fra il 14 e 15 dicembre scorso, e perché non ha poi chiamato i soccorsi, nelle ore successive, al punto che Gennari morì appunto per le percosse? In due parole, secondo il racconto dello stesso, “cristallizzato” ieri mattina nell’incidente probatorio chiesto e ottenuto dal pm Mario Andrigo: perché aveva paura di Sansarella, al punto da temere per la propria incolumità. E’ durata quasi tre ore l’”anteprima” del processo, servita per fissare una volta per tutte il finora tentennante resoconto fornito a più riprese dall’amico di Sansarella, il proprietario della baracca di via Scalise (a piede libero, indagato per concorso in occultamento di cadavere) dove Gennari appunto arrivò insieme a quest’ultimo, fu picchiato e trascorse le sue ultime ore, al freddo, ferito, senza assistenza. All’incidente probatorio, davanti al gip Angela Fasano, Sansarella (in carcere con le accuse di omicidio volontario e occultamento di cadavere) ha rinunciato a presenziare: a sentire il suo amico Guerrini, assistito dall’avvocato Giovanni Agnesina ma incalzato dal pm Andrigo e dall’avvocato di parte civile Fabrizio Cardinali, c’era il suo difensore, l’avvocato Stefano Allegra. Quale la versione definitiva di Guerrini, entrato in scena dopo che Sansarella e Gennari, quella sera, avevano visto in Tv una partita del Novara in un bar di Santa Rita?

Leggila sul Corriere di Novara di sabato 11 giugno

NOVARA - Perché Cristian Guerrini non ha impedito il pestaggio di Andrea Gennari da parte di Nicola Sansarella, la notte fra il 14 e 15 dicembre scorso, e perché non ha poi chiamato i soccorsi, nelle ore successive, al punto che Gennari morì appunto per le percosse? In due parole, secondo il racconto dello stesso, “cristallizzato” ieri mattina nell’incidente probatorio chiesto e ottenuto dal pm Mario Andrigo: perché aveva paura di Sansarella, al punto da temere per la propria incolumità. E’ durata quasi tre ore l’”anteprima” del processo, servita per fissare una volta per tutte il finora tentennante resoconto fornito a più riprese dall’amico di Sansarella, il proprietario della baracca di via Scalise (a piede libero, indagato per concorso in occultamento di cadavere) dove Gennari appunto arrivò insieme a quest’ultimo, fu picchiato e trascorse le sue ultime ore, al freddo, ferito, senza assistenza. All’incidente probatorio, davanti al gip Angela Fasano, Sansarella (in carcere con le accuse di omicidio volontario e occultamento di cadavere) ha rinunciato a presenziare: a sentire il suo amico Guerrini, assistito dall’avvocato Giovanni Agnesina ma incalzato dal pm Andrigo e dall’avvocato di parte civile Fabrizio Cardinali, c’era il suo difensore, l’avvocato Stefano Allegra. Quale la versione definitiva di Guerrini, entrato in scena dopo che Sansarella e Gennari, quella sera, avevano visto in Tv una partita del Novara in un bar di Santa Rita?

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P.v.

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