Oggi alle 18

“L’Alba dei Nuovi Dei” si svela oggi al Castello di Novara

Dialogo con la giornalista Erica Bertinotti.

“L’Alba dei Nuovi Dei” si svela oggi al Castello di Novara
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In momenti di crisi e trasformazione come quello che si sta vivendo, la filosofia può aiutare a rispondere alle domande più urgenti. Basta interrogarla ed è ciò che fanno i filosofi e scrittori di Tlon (scuola di filosofia, casa editrice, libreria-teatro, agenzia di eventi, fenomeno social con 200mila followers su Facebook e 180mila su Instagram): mettendo in comunicazione il presente con l’Atene del V secolo a.C., interrogano i pensatori dell’età classica, ma non solo, sui temi del dibattito contemporaneo.

L’appuntamento

Andrea Colamedici e Maura Gancitano presentano, sabato 13 novembre alle 18 al Castello di Novara, il loro «L’alba dei nuovi dei» (Mondadori), a dialogo con Erica Bertinotti.

«Questo libro rappresenta un tentativo di riflettere sugli ultimi due anni da un punto di vista diverso - racconta Gancitano - Avevamo già pubblicato un libro gioco sulla filosofia, questo è più un saggio che analizza il nostro essere in una “crepa”, un momento di passaggio dove si percepisce il cambiamento come irreversibile. Non è la prima volta, nella storia dell’umanità, che ci troviamo in questa situazione: la nascita della filosofia pare sia avvenuta proprio in seguito una serie di catastrofi naturali che avevano sconvolto l’ordine fisico ma anche economico e sociale della realtà. In più la scrittura ha portato un nuovo modo di relazionarsi. Oggi abbiamo il passaggio dalla scrittura al digitale nel quale perdiamo di sicura qualcosa ma possiamo anche cogliere delle opportunità».

Il digitale, per gli autori, rappresenta un «pharmakon» cioè una cura ma nello stesso un veleno: «Senza il digitale nei lockdown saremmo rimasti assolutamente isolati, ma nello stesso tempo sui social si nota un dilagare del cinismo e non solo da parte delle persone più potenti, che detengono davvero un potere che forse nessun essere umano dovrebbe possedere. La volontà di ridicolizzare, di attaccare chi pensa in maniera diversa. Il digitale è un grande spazio di confronto, ma spesso il diverso diventa il nemico e si cerca solo chi ha le nostre stesse idee. Non dobbiamo dimenticare che abbiamo un potere d’azione personale. una responsabilità che dobbiamo esercitare». Non sono i giovani  che alimentano l’odio in rete o le fake news, sono gli over 50, da quello che risulta da analisi e studi sul tema e anche epr questo è necessario un confronto tra le visioni di generazioni diverse: «I più grandi percepiscono meglio i pericoli della rete, anche solo quello della frammentazione dell’attenzione, ma cadono più facilmente vittime delle truffe digitali,  i ragazzi dalla loro hanno un’agilità e una manualità spiccate e sono più inclini a verificare e approfondire - illustra Gancitano - spesso ciascuno ha la presunzione di avere la verità in tasca ed è questa modalità di pensiero da scardinare». Come occorre decostruire una visione del mondo che mette in ridicolo chi parla di meraviglia e stupore: un modo di pensare che fa male non solo al singolo. «Il disincanto è negativo e rappresenta un contagio emotivo fortissimo  - precisa l’autrice - parlare di meraviglia non è stupido e invece per questo molti ci criticano. Così come molti ci ringraziano per quello che scriviamo e chiedono di parlare con noi».
E sabato ci sarà la possibilità di dialogare in presenza di questi e altri temi trattati in un saggio che parla con chiarezza a tutti.

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