Il caso

Finisce in tribunale per le percosse durante la notte bianca aronese

I fatti risalgono al 2017. In aula il presunto aggredito si è trasformato in aggressore

Finisce in tribunale per le percosse durante la notte bianca aronese
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Finisce in tribunale per le percosse denunciate durante la Notte bianca del 2017. L'aggredito in aula si trasforma in aggressore.

In aula per i fatti del 2017

Da presunto aggredito ad aggressore. Riprenderà il 23 giugno prossimo, salvo imprevisti, il processo a un cittadino ucraino protagonista, nel corso dell’estate di quattro anni fa, di una notte a quanto pare piuttosto agitata ad Arona, dove risulta risiedere con la compagna. Deve rispondere di lesioni aggravate nei confronti di un connazionale.

Il caso riguarda una notte piuttosto movimentata

I fatti al centro del procedimento penale in corso di svolgimento presso il tribunale di Verbania risalgono alla Notte bianca del 2017. Secondo quanto ricostruito, la mattina dopo aver fatto festa l’ucraino si era presentato all’ambulatorio del Centro di assistenza primaria di Arona con ferite da taglio alla testa e ad un braccio. Portato al Pronto soccorso dell’ospedale di Borgomanero, lo stesso aveva poi raccontato ai carabinieri giunti sul posto di essere stato aggredito in via Vittorio Veneto, dove si trovava insieme ad altri amici per girovagare nei vari locali aperti in occasione dell’evento, ma di non ricordare i particolari dell’accaduto.

La scoperta di un'altra verità

Durante l’udienza svoltasi la scorsa settimana davanti al giudice Donatella Banci Buonamici è però emersa - complici le domande del pubblico ministero Anna Maria Rossi - un’altra verità. Quella notte non ci sarebbe stata alcuna aggressione in strada. L’ucraino avrebbe in sostanza mentito ai militari (possibile per questo motivo che si proceda nei suoi confronti anche per falsa testimonianza) i quali, dopo l’apertura del fascicolo da parte della Procura, avevano ricostruito il fatto collegandolo ad un secondo episodio accaduto sempre ad Arona. Poco prima che l’uomo quella mattina si presentasse all’ambulatorio del Cap, una pattuglia dei carabinieri allertata di vicini, era infatti intervenuta in un condominio aronese trovando tracce di sangue e vetri in frantumi. In quell’appartamento, oltre all’ucraino, sarebbero stati presenti anche sua moglie ed una terza persona. A quanto pare la coppia aveva ospitato un connazionale insieme al quale aveva trascorso parte della Notte bianca, prima che tutti si riunissero poi tra le mura della stessa casa. L’indomani mattina, mentre i proprietari dormivano, l’ospite sarebbe uscito per comprare della birra e al rientro avrebbe trovato il padrone di casa parecchio su di giri. "Mi ha rotto una bottiglia in testa", aveva poi detto al giudice, spiegando che un coccio di vetro l’aveva ferito. E così la vicenda, piuttosto ingarbugliata, è finita al tribunale di Verbania. Ora se ne attende l’esito, con l’aggredito che è diventato nel frattempo aggressore.

 

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