Cordoglio

Agrate in lutto per il barista Paul

Se ne va un simbolo della comunità

Agrate in lutto per il barista Paul
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Agrate in lutto per il barista che ha servito più di una generazione di avventori del locale di via Roma.

Agrate in lutto per Paul

Se n'è andato "Paul", storico titolare del bar in via Roma. Era nato il 15 gennaio 1943 e ha lasciato nello sconforto famiglia e comunità lunedì 15 gennaio. Così veniva soprannominato Gian Paolo Costa, che lascia un vuoto in tutta la famiglia, dalla sorella Anna, ai nipoti Massimo, Antonella, Isabella, Simona e Raffaella. "Aveva anche molti pro nipoti - dice Simona - li amava tantissimo, si interessava continuamente di loro, lo chiamavano zio. Non era sposato e ha gestito per decenni il bar in centro paese, che non aveva nome. Per gli agratesi era semplicemente il “bar di Paul”. Fino alla pensione ha lavorato lì. Ha conosciuto molte generazioni di ragazzi, era l'unico bar presente, aveva ping-pong, biliardo, calcetto, i primi video games. Ma anche gli anziani gli erano fedeli, il classico posto di una volta in cui si incontravano persone di diverse età, sempre con il sorriso sulle labbra. Il bar qualche anno fa era la seconda casa per tutti, non c'erano tanti posti in cui divertirsi come adesso".

Per lui la parola cliente non esisteva

"Paolo, che organizzò anche qualche festa musicale, era un chiacchierone - continua la nipote - non esisteva per lui la parola “cliente”, ma sapeva coinvolgere con un’atmosfera serena tutti gli avventori. Era gioviale e amava la nostra compagnia, ci faceva sempre sentire vivi con le sue battute e le risate. Gli piaceva la musica, viaggiava poco, ma dopo la pensione si è sempre vantato di essere stato all'estero, un suo amico sacerdote organizzava varie escursioni. Prima ha tenuto fede alla cultura del sacrificio dell'epoca, lavorando anche al sabato e alla domenica, nel rispetto degli insegnamenti della sua famiglia. Era curioso, interessato alla cultura e all’arte in genere. Un fatto interessante e che ha dato vita a molti aneddoti è il viaggio che fece a Firenze, tutto in giornata, per visitare gli Uffizi. Ci andò con una nipote e una pro nipote, Raffaella e Chiara. Sosteneva che quella sarebbe stata la sua ultima grande impresa: non era più giovanissimo in quel momento. Dotato di grande senso delle radici, non avendo una moglie, riversava il suo affetto su di noi".

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