Agorà: «Andiamo avanti»

Agorà: «Andiamo avanti»
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NOVARA - Sta prendendo corpo il progetto Agorà, il centro multiservizi per le famiglie che sta sorgendo a Veveri, in via Cameri 20. Il cantiere è aperto da due settimane ed il termine per i lavori relativi al primo capannone è fissato a dicembre; entro febbraio l’ultimazione del primo lotto, con la realizzazione della parte di nuova costruzione, che fungerà anche da “collegamento” fra le due strutture attualmente esistenti. “Nonostante i vari impedimenti che abbiamo incontrato sul nostro percorso – spiega in una nota Stefania Vacca, amministratore delegato di Agorà – andiamo avanti. Avevamo annunciato l’apertura del centro per settembre: purtroppo ci sono stati ritardi dovuti ad una burocrazia che ha rischiato di soffocarci”. Una serie di richieste ed incombenze burocratiche: “Prima l’autorizzazione della Soprintendenza per effettuare gli scavi, nonostante si tratti di un’area già ampiamente urbanizzata. Successivamente ci sono stati richiesti dal Comune di Novara oneri di urbanizzazione decuplicati rispetto a quanto avevamo previsto: gran parte delle attività accolte infatti svolgono servizi, ma gli uffici comunali hanno classificato tutti gli spazi come commerciali. Il che, tradotto, sta a significare che su un investimento pari a quasi un milione di euro relativo al solo primo lotto la richiesta è di duecentomila euro. I nostri calcoli precedenti erano fra i 20 ed i 50 mila euro… Come è possibile fare impresa a queste condizioni?”.

“Abbiamo fatto presente il problema agli attuali amministratori del Comune – prosegue la responsabile di Agorà - che ci hanno proposto di stipulare delle convenzioni per un servizio doposcuola, per l’utilizzo delle nostre strutture in favore di disabili e per altre iniziative a carattere sociale. Noi eravamo molto disponibili tanto è vero che abbiamo lavorato tutta l’estate avanzando progetti di concerto con gli uffici competenti del Comune ed arrivando addirittura a scrivere una bozza di convenzione. Riunioni su riunioni, lavori bloccati, ritardi… Poi tutto si è dissolto nel nulla”.

“Peraltro si tratta di servizi che comunque abbiamo deciso di attivare, ovviamente a costi diversi, perché ci sembrano utili”. Tornando alla questione degli oneri di urbanizzazione “Avevamo le spalle al muro e solo due strade: abbandonare l’iniziativa di Agorà oppure pagare tutti gli oneri richiesti. Abbiamo scelto di pagare, ma questo ci ha costretti a rivedere il progetto e dividerlo in due lotti. Il primo è partito ed entro febbraio chiuderemo il cantiere… Poi ci auguriamo di potere andare avanti con il completamento del centro multiservizi con maggiore celerità realizzando il secondo lotto”.

I ritardi però hanno avuto delle conseguenze: “Purtroppo abbiamo perso dei clienti perché alcuni avevano la necessità di aprire a settembre e quindi hanno dovuto rinunciare – dice nello scritto l’Ad di Agorà - Noi siamo molto dispiaciuti per questo, ma abbiamo comunque deciso di andare avanti, sostenuti dal grande interesse che si è creato attorno a questa realtà, convinti come siamo di dare alla città ed al territorio un insieme di servizi importanti per le famiglie. In questo mesi abbiamo ricevuto oltre duecento curricula (i posti di lavoro inizialmente previsti erano una settantina, ora, giocoforza, dovranno ridursi a circa la metà, almeno per il primo anno), molte richieste di informazioni, abbiamo avuto incontri con realtà interessate ad investire in Agorà… Per questo proseguiremo, convinti come siamo della nostra idea”.

cl.br.

NOVARA - Sta prendendo corpo il progetto Agorà, il centro multiservizi per le famiglie che sta sorgendo a Veveri, in via Cameri 20. Il cantiere è aperto da due settimane ed il termine per i lavori relativi al primo capannone è fissato a dicembre; entro febbraio l’ultimazione del primo lotto, con la realizzazione della parte di nuova costruzione, che fungerà anche da “collegamento” fra le due strutture attualmente esistenti. “Nonostante i vari impedimenti che abbiamo incontrato sul nostro percorso – spiega in una nota Stefania Vacca, amministratore delegato di Agorà – andiamo avanti. Avevamo annunciato l’apertura del centro per settembre: purtroppo ci sono stati ritardi dovuti ad una burocrazia che ha rischiato di soffocarci”. Una serie di richieste ed incombenze burocratiche: “Prima l’autorizzazione della Soprintendenza per effettuare gli scavi, nonostante si tratti di un’area già ampiamente urbanizzata. Successivamente ci sono stati richiesti dal Comune di Novara oneri di urbanizzazione decuplicati rispetto a quanto avevamo previsto: gran parte delle attività accolte infatti svolgono servizi, ma gli uffici comunali hanno classificato tutti gli spazi come commerciali. Il che, tradotto, sta a significare che su un investimento pari a quasi un milione di euro relativo al solo primo lotto la richiesta è di duecentomila euro. I nostri calcoli precedenti erano fra i 20 ed i 50 mila euro… Come è possibile fare impresa a queste condizioni?”.

“Abbiamo fatto presente il problema agli attuali amministratori del Comune – prosegue la responsabile di Agorà - che ci hanno proposto di stipulare delle convenzioni per un servizio doposcuola, per l’utilizzo delle nostre strutture in favore di disabili e per altre iniziative a carattere sociale. Noi eravamo molto disponibili tanto è vero che abbiamo lavorato tutta l’estate avanzando progetti di concerto con gli uffici competenti del Comune ed arrivando addirittura a scrivere una bozza di convenzione. Riunioni su riunioni, lavori bloccati, ritardi… Poi tutto si è dissolto nel nulla”.

“Peraltro si tratta di servizi che comunque abbiamo deciso di attivare, ovviamente a costi diversi, perché ci sembrano utili”. Tornando alla questione degli oneri di urbanizzazione “Avevamo le spalle al muro e solo due strade: abbandonare l’iniziativa di Agorà oppure pagare tutti gli oneri richiesti. Abbiamo scelto di pagare, ma questo ci ha costretti a rivedere il progetto e dividerlo in due lotti. Il primo è partito ed entro febbraio chiuderemo il cantiere… Poi ci auguriamo di potere andare avanti con il completamento del centro multiservizi con maggiore celerità realizzando il secondo lotto”.

I ritardi però hanno avuto delle conseguenze: “Purtroppo abbiamo perso dei clienti perché alcuni avevano la necessità di aprire a settembre e quindi hanno dovuto rinunciare – dice nello scritto l’Ad di Agorà - Noi siamo molto dispiaciuti per questo, ma abbiamo comunque deciso di andare avanti, sostenuti dal grande interesse che si è creato attorno a questa realtà, convinti come siamo di dare alla città ed al territorio un insieme di servizi importanti per le famiglie. In questo mesi abbiamo ricevuto oltre duecento curricula (i posti di lavoro inizialmente previsti erano una settantina, ora, giocoforza, dovranno ridursi a circa la metà, almeno per il primo anno), molte richieste di informazioni, abbiamo avuto incontri con realtà interessate ad investire in Agorà… Per questo proseguiremo, convinti come siamo della nostra idea”.

cl.br.

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