Sversamenti illeciti alla cava Marcoli: imputato ‘sotto shock’, non può riferire in aula

NOVARA, Sorpresa, con una novità che potrebbe influenzare non poco il proseguo del processo, all’ultima udienza per la vicenda degli sversamenti illeciti alla cava Marcoli, dove, secondo l’accusa – pm Nicola Serianni – sarebbero stati smaltiti tra il 2009 e il 2010 circa 90mila metri cubi di materiale senza autorizzazioni.
Uno dei 12 imputati, il primo, tra l’altro, a vedere Ettore Marcoli riverso a terra negli uffici di Romentino, non sta bene. Non riesce a superare quel tragico momento di sei anni fa. Un momento che lo ha completamente sconvolto. Mauro Ruaro aveva sentito gli spari ed era così corso nell’ufficio del giovane imprenditore. Non solo: interrogato dagli investigatori, aveva spiegato quanto avveniva alla cava ed era finito poi anche lui con l’essere indagato. Il difensore dell’uomo, l’avvocato Claudio Bossi, ha mostrato in aula un certificato che attesta la situazione del suo assistito. Vittima di ansia, tremore e crisi di panico. A quanto risulta fatica anche a prendere sonno la notte. Un disturbo, scrive il medico, da stress legato al trauma vissuto sei anni fa. L’uomo non ha rinunciato a testimoniare, ma per il medico non può parlare ‘con cognizione di tutto quanto ha a che fare con la cava’ (proprio a causa dello stress patito) e così al contempo non può parlare, non può riferire l’accaduto. Il giudice ha così deciso di ascoltare il medico, per capire se l’uomo (imputato con altri 11), possa essere ascoltato con modalità protetta. Prossima udienza il 13 dicembre.
Mo.c.
Per sapere di più leggi il Corriere di Novara
NOVARA, Sorpresa, con una novità che potrebbe influenzare non poco il proseguo del processo, all’ultima udienza per la vicenda degli sversamenti illeciti alla cava Marcoli, dove, secondo l’accusa – pm Nicola Serianni – sarebbero stati smaltiti tra il 2009 e il 2010 circa 90mila metri cubi di materiale senza autorizzazioni.
Uno dei 12 imputati, il primo, tra l’altro, a vedere Ettore Marcoli riverso a terra negli uffici di Romentino, non sta bene. Non riesce a superare quel tragico momento di sei anni fa. Un momento che lo ha completamente sconvolto. Mauro Ruaro aveva sentito gli spari ed era così corso nell’ufficio del giovane imprenditore. Non solo: interrogato dagli investigatori, aveva spiegato quanto avveniva alla cava ed era finito poi anche lui con l’essere indagato. Il difensore dell’uomo, l’avvocato Claudio Bossi, ha mostrato in aula un certificato che attesta la situazione del suo assistito. Vittima di ansia, tremore e crisi di panico. A quanto risulta fatica anche a prendere sonno la notte. Un disturbo, scrive il medico, da stress legato al trauma vissuto sei anni fa. L’uomo non ha rinunciato a testimoniare, ma per il medico non può parlare ‘con cognizione di tutto quanto ha a che fare con la cava’ (proprio a causa dello stress patito) e così al contempo non può parlare, non può riferire l’accaduto. Il giudice ha così deciso di ascoltare il medico, per capire se l’uomo (imputato con altri 11), possa essere ascoltato con modalità protetta. Prossima udienza il 13 dicembre.
Mo.c.
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