Castelletto in lutto per il campione di ciclismo e di umanità
Un personaggio unico e un simbolo dello sport

Castelletto in lutto per il campione di ciclismo Vittorio Seghezzi. E' stato anche un personaggio chiave della Resistenza.
Castelletto in lutto per Seghezzi
E’ scomparso all’età di 95 anni uno dei veri e propri simboli del ciclismo a livello castellettese, ma soprattutto nazionale e internazionale. Il campione Vittorio Seghezzi, gregario di Gino Bartali e a sua volta vincitore di molte competizioni di grande rilievo, era infatti originario di Romano di Lombardia, ma viveva ormai a Castelletto da moltissimi anni. Il suo nome è stato legato a quello del Ciclismo con la C maiuscola, quello capace di emozionare un popolo intero e di accomunare nella stessa passione persone provenienti da ambienti e contesti anche molto diversi.
Campione sulle due ruote e nella vita
Seghezzi si avvicinò al ciclismo quando era molto giovane e corse nella categoria Allievi per la squadra Ciclo Lombardo 1920. La guerra lo mise di fronte a un bivio, a una decisione drammatica e, come molti sportivi della sua epoca, seppe compiere la scelta giusta, aderendo convintamente alla Resistenza e al Comitato di liberazione nazionale. Negli anni duri dell’occupazione e della guerra civile prestò la sua opera come staffetta partigiana. Nel 1946 diventò professionista e militò in diverse squadre, dalla Lygie alla Baracchi, dalla Atala Pirelli alla Viani Cral Imperia, alla Ganna, alla Bottecchia e alla Welter. Indimenticabili i suoi piazzamenti sul podio nel Tre Valli Varesine del 1950 e soprattutto nel Tour de France del 1948, quando vinse al fianco di Bartali, portando per altro con una mano per chilometri la sella della bici sulla quale pedalava. Quando appese la bici al chiodo, nel 1959, diventò il direttore sportivo della Faema. Prima degli anni della pensione e del suo trasferimento a Castelletto, acquisì la gestione di un maglificio a Nerviano, in Lombardia, e si occupò della tessitura di abiti tecnici per gli sportivi.
Il trasferimento a Castelletto
In paese la sua presenza è sempre stata molto importante, anche e soprattutto per le tante iniziative organizzate in collaborazione con la Ciclistica e con l’Anpi. Era presente quando nel 2010, proprio su sua iniziativa personale, il Comune accettò di intitolare la rotonda di fronte al palazzetto dello sport con la nuova denominazione Largo Azzurri d’Italia e veterani dello sport Italia, così come in tante altre occasioni e altrettante cerimonie pubbliche. A maggio è scomparsa la moglie Anna, sua inseparabile compagna di una vita unica e straordinaria. Pochi mesi dopo si è fermato anche il cuore di uno dei più grandi sportivi che Castelletto abbia mai accolto.