Anziana morì per un malfunzionamento della caldaia, cinque assoluzioni

NOVARA, Assoluzione per tutti e cinque gli imputati. Si è chiuso così, in Tribunale a Novara, il processo relativo alla morte di Giuseppina Lo Pizzo, pensionata di 76 anni morta il 30 dicembre 2010 nella sua abitazione di Oleggio. Stando a quanto emerse dalle indagini, a determinare quel decesso fu un malfunzionamento della caldaia. Un processo che, dopo che a marzo erano state già avanzate le richieste di condanna da parte del pm, è ripartito da capo negli scorsi mesi. Il giudice, infatti, ha rimesso in istruttoria, disponendo la nomina di un consulente tecnico per stimare le cause dell’incidente che causò la morte della donna. Consulente che è stato ascoltato nelle scorse udienze e che ha spiegato come fino al 2008 non ci fossero stati problemi. Successivamente, invece, sarebbero stati realizzati degli interventi che avrebbero pregiudicato la funzionalità della caldaia. L’accusa per i cinque alla sbarra era di omicidio colposo. Per il giudice i cinque non hanno colpe di quel decesso, non ci sarebbe dunque un nesso causale tra i loro interventi all'impianto e la morte dell'anziana. Ha così assolto Riccardo Pastorelli, la cui azienda si era occupata della vendita e dell’installazione di parti dell’impianto, il dipendente Marco Federico Sacco, che si era occupato della manutenzione alcuni mesi prima, Domenico Ferrari, anche lui manutentore dell’impianto, Pier Giuseppe Ferraris, titolare della ditta che aveva installato la caldaia nel 1999 e Rodolfo Valentini dell’Arpa, che aveva effettuato una verifica dell’impianto termico. mo.c.Per saperne di piu leggi il Corriere di Novara in edicola
NOVARA, Assoluzione per tutti e cinque gli imputati. Si è chiuso così, in Tribunale a Novara, il processo relativo alla morte di Giuseppina Lo Pizzo, pensionata di 76 anni morta il 30 dicembre 2010 nella sua abitazione di Oleggio. Stando a quanto emerse dalle indagini, a determinare quel decesso fu un malfunzionamento della caldaia. Un processo che, dopo che a marzo erano state già avanzate le richieste di condanna da parte del pm, è ripartito da capo negli scorsi mesi. Il giudice, infatti, ha rimesso in istruttoria, disponendo la nomina di un consulente tecnico per stimare le cause dell’incidente che causò la morte della donna. Consulente che è stato ascoltato nelle scorse udienze e che ha spiegato come fino al 2008 non ci fossero stati problemi. Successivamente, invece, sarebbero stati realizzati degli interventi che avrebbero pregiudicato la funzionalità della caldaia. L’accusa per i cinque alla sbarra era di omicidio colposo. Per il giudice i cinque non hanno colpe di quel decesso, non ci sarebbe dunque un nesso causale tra i loro interventi all'impianto e la morte dell'anziana. Ha così assolto Riccardo Pastorelli, la cui azienda si era occupata della vendita e dell’installazione di parti dell’impianto, il dipendente Marco Federico Sacco, che si era occupato della manutenzione alcuni mesi prima, Domenico Ferrari, anche lui manutentore dell’impianto, Pier Giuseppe Ferraris, titolare della ditta che aveva installato la caldaia nel 1999 e Rodolfo Valentini dell’Arpa, che aveva effettuato una verifica dell’impianto termico. mo.c.Per saperne di piu leggi il Corriere di Novara in edicola