Tribunale

Estorsione al padre nella ditta di Gattico: condannato a 3 anni

Il caso è avvenuto alla ditta Alicarni

Estorsione al padre nella ditta di Gattico: condannato a 3 anni
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Estorsione al padre: l'aronese Aldo Picco è stato condannato a tre anni dai giudici del tribunale di Novara.

Estorsione al padre alla ditta Alicarni

Finisce male, in tribunale, uno scontro generazionale nato e consumatosi tra le mura dell’azienda di famiglia. L’aronese Aldo Picco, 52 anni, è stato condannato dai giudici del primo grado di Novara a 3 anni e 8 mesi di reclusione, oltre a 900 euro di multa. Difeso dagli avvocati Federico Celano e Davide Balzaretti, che avevano chiesto l’assoluzione, l’imputato rispondeva del reato di estorsione, tentata e consumata.

I fatti al centro del processo

A denunciarlo ai carabinieri, nel marzo 2018, era stato il padre ultraottantenne. I fatti al centro del procedimento risalgono agli scorsi anni. L’azienda di famiglia in questione è la Alicarni di Gattico, specializzata nel settore della macellazione delle carni e della vendita, sia all’ingrosso sia al dettaglio. Secondo l’accusa, Aldo Picco avrebbe iniziato a chiedere soldi al padre, sempre più insistentemente. E lo avrebbe fatto anche con minacce e forse percosse. Alcune migliaia di euro che avrebbe ricevuto ogni mese. In un caso, avvenuto secondo quanto ricostruito nel 2006, sarebbe riuscito a farsi consegnare una somma più consistente: circa 25mila euro.

Dopo l'ultimo no è scattata la denuncia

L’ultimo episodio, l’ultimo “no” del padre nei confronti del figlio - e quindi la denuncia - risalirebbe, invece, allo scorso anno. La vittima, esasperata, avrebbe pure raccontato ai militari di essere stato buttato sul cofano dell’auto. Aldo Picco, dal canto suo, ha sempre rigettato ogni addebito (scontato, dunque, il ricorso in Appello), tanto che ai giudici di Novara ha detto: «Questa è una storia assurda, mai ho toccato mio padre con un dito». Parte civile con l’avvocato Giorgio Legnazzi, a favore del padre dell’imputato è stata stabilita una previsionale di 15mila euro quale anticipo del risarcimento che sarà successivamente quantificato.

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