Assolto dall'accusa di diffamazione Stefano Rabozzi

Assolto dall'accusa di diffamazione Stefano Rabozzi
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NOVARA, Assoluzione con formula piena, ossia perché il fatto non sussiste. Si è concluso così un processo a carico di Stefano Rabozzi, 59enne novarese, da sempre impegnato nel campo della cultura e della politica. Rabozzi, difeso dall’avvocato Marina Ughetta, è finito alla sbarra con l’accusa di diffamazione. A portarlo a processo, per una vicenda risalente al 2010, Roberto Boniperti, già consigliere regionale e consigliere provinciale di centrodestra. Per risalire all’intera vicenda bisogna andare indietro di altri due anni, sino al 2008. In quell’anno diverse testate giornalistiche, a seguito di alcuni dati raccolti, avevano pubblicato una classifica dei consiglieri più assenteisti a Palazzo Lascaris, sede della Regione Piemonte, tra i cui banchi sedeva lo stesso Boniperti. E l’allora consigliere regionale carpignanese risultava uno tra i più assenti. In quell’epoca, Boniperti, come emerso anche in passate udienze, non intervenne per far modificare quanto uscito sulla stampa locale.

Due anni più tardi Rabozzi decide di fare una fotocopia di una di queste pagine di giornali con il riferimento al record in negativo di Boniperti e trasforma e utilizza, a quanto risulta, questa fotocopia come una sorta di volantino. E’ qui che Boniperti, che non si è costituito parte civile, decide di procedere a querela per diffamazione. Per il giudice il reato non c’è, il fatto non sussiste. I numeri attestavano un alto numero di assenze. Corretto, pertanto, per il giudice, che l’imputato facesse delle rimostranze sull’operato dell’allora consigliere.

mo.c.

Per saperne di più leggi il Corriere di Novara in edicola

NOVARA, Assoluzione con formula piena, ossia perché il fatto non sussiste. Si è concluso così un processo a carico di Stefano Rabozzi, 59enne novarese, da sempre impegnato nel campo della cultura e della politica. Rabozzi, difeso dall’avvocato Marina Ughetta, è finito alla sbarra con l’accusa di diffamazione. A portarlo a processo, per una vicenda risalente al 2010, Roberto Boniperti, già consigliere regionale e consigliere provinciale di centrodestra. Per risalire all’intera vicenda bisogna andare indietro di altri due anni, sino al 2008. In quell’anno diverse testate giornalistiche, a seguito di alcuni dati raccolti, avevano pubblicato una classifica dei consiglieri più assenteisti a Palazzo Lascaris, sede della Regione Piemonte, tra i cui banchi sedeva lo stesso Boniperti. E l’allora consigliere regionale carpignanese risultava uno tra i più assenti. In quell’epoca, Boniperti, come emerso anche in passate udienze, non intervenne per far modificare quanto uscito sulla stampa locale.

Due anni più tardi Rabozzi decide di fare una fotocopia di una di queste pagine di giornali con il riferimento al record in negativo di Boniperti e trasforma e utilizza, a quanto risulta, questa fotocopia come una sorta di volantino. E’ qui che Boniperti, che non si è costituito parte civile, decide di procedere a querela per diffamazione. Per il giudice il reato non c’è, il fatto non sussiste. I numeri attestavano un alto numero di assenze. Corretto, pertanto, per il giudice, che l’imputato facesse delle rimostranze sull’operato dell’allora consigliere.

mo.c.

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