Nebbiuno

Vergante onora memoria dei tre martiri partigiani

Peppino, Innocente e Carlo hanno lasciato un ricordo vivo nell'immaginario collettivo

Vergante onora memoria dei tre martiri partigiani
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Vergante onora memoria di Peppino Beldì, Innocente Ragazzoni e Carlo Barbieri in una cerimonia pubblica a Nebbiuno.

Vergante onora memoria dei partigiani in occasione dell'anniversario dell'eccidio

Nebbiuno si è riunita sabato 20 luglio per celebrare il 75esimo anniversario dell’Eccidio dei Tre Martiri. I cittadini, insieme alle sezioni Anpi di Novara, dell’Alto Vergante, di Borgomanero, di Arona e di Dormelletto, si sono trovati nel tardo pomeriggio nella piazza del Comune. Da qui è partito il corteo, diretto in piazza Tre Martiri, in cui è stata deposta la corona commemorativa.

Un episodio storico decisamente importante

In questo luogo, il 16 luglio del 1944, tre uomini perdevano la vita, una vita dedicata alla lotta per la libertà. Questi tre uomini erano Peppino Beldì, comandante partigiano di Omegna, Carlo Barbieri, partigiano aronese e Innocente Ragazzoni, partigiano di Massino Visconti.  Nebbiuno, ogni anno, ringrazia e ricorda con affetto e grande rispetto questi tre uomini. E la loro, è una storia che deve essere raccontata. La presenza partigiana sul territorio del Vergante era consistente già dal settembre del 1943, ma è nella primavera del 1944 che nacque la banda partigiana comandata da Peppino Beldì. Verso la metà di luglio Peppino si incontrò con un certo "Cinquanta", che lo convinse della possibilità di far disertare dalle file della Guardia nazionale della Repubblica di Salò numerosi militi pentiti. Così, si presentò con alcuni suoi uomini, tra cui Carlo Barbieri e Innocente Ragazzoni, a un appuntamento fissato in un’osteria di Nebbiuno. Il paese era però deserto e anche l’osteria. Lì Peppino capì di essere caduto in una imboscata.

Una tragica fine

Insieme ai suoi compagni venne attaccato e inizialmente riuscì a difendersi. I nemici erano però troppi e i partigiani rimasero feriti. Morirono successivamente uccisi dai fascisti. A raccontare la storia di Peppino, Carlo e Innocente, durante la celebrazione di sabato 20 luglio, è stato Gino Attilio Timo, vicesindaco e assessore di Nebbiuno, facendo riferimento alla storia ricostruita dalla sezione Anpi di Novara. "Non esiste futuro senza memoria: questa è una grandissima verità – ha spiegato Timo – tutti gli anni ci ritroviamo per celebrare un momento storico avvenuto esattamente in questi luoghi e per ricordare il supremo sacrificio di tre giovani che hanno dato la propria vita per il più nobile tra i valori universali. Per un valore che non ha colore politico e che appartiene a tutti noi: la libertà".

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